Le recenti immagini di Adriano in festa nelle favelas hanno fatto luce sulla vita quotidiana di colui che è stato per diversi anni uno dei più grandi giocatori del mondo. Adriano, “l’Imperatore”, ha inviato una lettera aperta al mondo per spiegare la sua situazione.
Dopo che le immagini di lui mentre beveva una birra con i suoi amici nelle favelas di Rio de Janeiro sono diventate virali sui social media, Adrianoex stella di Inter, Parma e Flamengo dove è tornato a vincere titoli dopo la carriera europea, ha scritto una lettera aperta tramite la Tribuna dei Giocatori.
Sappiamo che il campione brasiliano, 48 presenze per 27 gol, era considerato uno dei più grandi attaccanti al mondo durante la sua era internazionale; soprannominato “l’Imperatore”, impressionava per la sua combinazione quasi soprannaturale di fisico, velocità e tecnica. Ma presto Adriano sprofondò nella depressione e nell’alcol, soprattutto dopo la morte del padre.
“Sai cosa vuol dire essere una promessa? Sì. Compresa una promessa non mantenuta. Lo spreco più grande nel calcio: io. Mi piace quella parola, ‘spreco’. Non per come suona ma perché sono ossessionato con l’idea di ‘sprecare la mia vita’; mi piace, questo caos frenetico, mi piace questa etichetta,” esordisce Adriano.
Adriano: “Bevo perché non è facile essere una promessa non mantenuta”
“Non mi drogo, contrariamente a quanto vogliono dimostrare. Non sono caduto nel crimine, anche se, ovviamente, avrei potuto farlo. Non mi piace andare in discoteca. Vado sempre nello stesso posto a nel mio quartiere, al chiosco di Nana, se vuoi vedermi passa a bere a giorni alterni, sì, e anche gli altri giorni,” confessa.
“Come può uno come me finire per bere quasi tutti i giorni? Non mi piace dare spiegazioni agli altri ma eccone una: bevo perché non è facile essere una promessa lasciata svestita (…) Mi hanno chiamato “l’Imperatore”, puoi immaginarlo, un ragazzo che ha lasciato le favelas per essere chiamato Imperatore in Europa (…) Ho dovuto fare alcune cose correttamente.
“Molte persone non capiscono perché ho rinunciato alla gloria degli stadi per sedermi nel mio vecchio quartiere, a bere fino a dimenticare tutto. Perché a un certo punto, era quello che volevo… ed è il tipo di decisione che è difficile tornare indietro”, si rammarica Adriano.
Quello che segue è un lungo racconto della sua vita nelle favelas, segnato da un evento: la morte di suo padre Mirinho. “Un problema che ancora non sono riuscito a risolvere”, sottolinea. Fu soprattutto Mirinho a opporsi fermamente al suo consumo di alcol.
Il testo completo (in inglese) qui: https://www.theplayerstribune.com/adriano-letter-to-my-favela-english
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