Riuniti a Rennes, presso la sede di Francia occidentalein occasione del 70° anniversario di Le Badger, Bernard Hinault e Cyrille Guimard non hanno rifatto il mondo. Ma i due ex complici degli anni della Renault hanno parlato della loro collaborazione nel momento in cui il ciclismo francese dettava le sue leggi sul pianeta ciclismo. Grazie al loro know-how unico. Gli aneddoti abbondavano, così come le risate, prova che questi due erano destinati ad avere successo insieme per sette anni, dal 1976 al 1983.
Bernard, Cyrille, quando vi siete visti la prima volta?
Bernard Hinault : La prima volta che ho visto Cyrille è stato quando il Tour è arrivato a Saint-Brieuc, nel 1972. C’era Eddy Merckx, e Cyrille ha vinto al Vélodrome. Poi c’è stato il criterium di Saint-Brieuc, ero ancora giovane. Avevo fatto un numero e lui era seduto su una panchina con Jean-Pierre Danguillaume. Dovevano dire a se stessi: “Chi è questo?” »
Cirille Guimard : Stai scherzando, non ti avevo visto (ride) !
BH: Dopo, il primo confronto tra noi è stato quando ho fatto le Stelle della Speranza nel 1974. Facevamo gli sprint insieme, ci facevamo già il solletico…
CG : Forse c’era già una certa sensazione (ride)…Me lo ricordo, era a Fougères. Prima c’è stata la cronometro in cui Bernard si è divertito moltissimo. E lì, poi, Bernard Hinault sta già facendo Bernard Hinault… È con la squadra francese, è nervoso. Attacca un po’ ovunque, ad un certo punto gli dico: “Bernard, non potresti calmarti un po’? Eccoci in un altro mondo! » Non pensavo che fosse cattivo, aveva talento. Provavo simpatia per lui, sentivo delle cose. Ho subito capito che c’erano dei cavalli sotto il cofano! Tra i professionisti l’ho ritrovato quando correva nella squadra di Jean Stablinski. Ricordo una gara in cui partì e fu catturato a 5 miglia dal traguardo… Aveva fatto qualsiasi cosa. Dietro c’era l’inizio dei Quattro giorni di Dunkerque. Lì, prima di partire, vado a trovarlo e gli dico: “Il tuo spettacolo di due giorni fa è stato bello, ha divertito la galleria, ma se lo fai di nuovo, trascorrerai solo tre giorni a Dunkerque!” » E non ha finito… Dopo ci siamo ritrovati in un criterium e siamo approdati in una piccola scuola. E lì mi hai detto che avevi problemi con Stablinski…
BH : Sì, e poi sei venuto a trovarmi a Parigi-Tours e mi hai detto: “Se prendo il controllo della squadra, rimarrai?” “. ho detto “Sì, se sei tu.” Ma se resta, me ne vado! »
Bernard, non eri ancora il leader della squadra…
BH : Nel mio primo anno da professionista con Stablinski, nel 1975, avevamo un leader che vedeva gli elefanti rosa! Così mi ritrovai quasi a capo della squadra, insomma. Ebbene, gli anziani hanno visto che potevo portare loro un po’ di soldi… E allora gli anziani si sono messi al mio servizio. Poi, nel 1976, per il nostro primo anno insieme, arrivai a qualche chilo in sovrappeso. Cyrille mi ha preso in giro. Avevo 21 anni, è stato un piccolo errore giovanile, diciamo, ma non l’ho fatto due volte. Poi dietro a ciò, abbiamo trascorso sette anni insieme. È stato fantastico. Abbiamo cambiato molte cose, dal punto di vista medico, tecnico, aerodinamico. L’inizio di questo sport come sport tecnico risale al nostro periodo. Ha scioccato la gente, ma è stato grandioso…
Cyrille, il diamante Hinault doveva essere lucidato all’inizio…
CG : Infatti, dal momento in cui diventi responsabile di qualcuno che si fida di te, hai dei doveri, a livello umano e in termini di sviluppo dell’atleta. Bisogna avere in mente il livello a cui può arrivare. Ho sempre avuto questo approccio nel dire: “Cosa devo fare affinché l’individuo possa esprimersi attraverso il proprio talento, la propria personalità? » Spesso mi è stato chiesto: «Come va con Hinault e Fignon? » Ma io non avevo lo stesso atteggiamento, mi adattavo perché erano personaggi diversi, e non il contrario. Ogni individuo è diverso. Con Bernard non ci siamo mai litigati. Forse gli sarebbe piaciuto, no (ride) ?
BH : Non ho osato (ride)…
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