In una situazione molto brutta, sia in campo con il Real Madrid che dietro le quinte dopo la fuga in Svezia, Kylian Mbappé sta attualmente avendo problemi psicologici.
Dato che ha chiesto di non venire con i francesi il mese scorso ed è stato escluso da Didier Deschamps per le due partite della prossima settimana (contro Israele allo Stade de France e Italia a San Siro), Kylian Mbappé non riesce a spiegarsi. Abile comunicatore, il capitano dei Blues avrebbe rassicurato tutti davanti alle telecamere, dicendo che si sente bene, che ha solo bisogno di tempo per adattarsi alla sua nuova vita al Real Madrid e nella capitale spagnola e che la sua mancanza di il realismo (catastrofico nelle ultime settimane) è solo temporaneo.
Ma Mbappé non parla. Dopo l’improbabile permanenza del capocannoniere della storia del PSG a Stoccolma nel bel mezzo della vetrina internazionale – con due serate in discoteca trasformatesi in un enigmatico caso legale –, Il parigino ha parlato di sofferenza mentale latente dopo il conflitto con il presidente Nasser al-Khelaïfi dello scorso inverno. Il club di proprietà del Qatar ha debiti non pagati per 55 milioni di euro nei confronti del suo ex numero 7 e sembra pronto a difendersi in tribunale.
Mbappé “non sta proprio bene”
Sébastien Tarrago, mercoledì sul canale L’Equipe, ha convalidato la fragile salute mentale dei “Kyks”. “Sono un po’ sorpreso perché avevo sottovalutato lo stato in cui si trovava, soprattutto a livello psicologico. »ha spiegato il giornalista, prima di sviluppare: “Neanche lui ha 30 anni, ne ha 25, può cambiare le cose. Ma la domanda è: in che stato psicologico si trova? Sono preoccupato per il suo stato psicologico in questo momento. Penso che non stia davvero bene.”.
La sua assenza di la squadra francese la prossima settimana forse gli permetterà di lavorare di più sul piano tattico e di sviluppare dei buoni riflessi da centravanti. Al Real, Vinicius è essenziale sulla fascia sinistra ed è un giocatore di straripamento molto migliore di Mbappé. Il prodigio di Bondy, costretto a partire in 9 (come la scorsa stagione con Luis Enrique), mostra gravi carenze nei movimenti. Senza contare che Jude Bellingham è ora costretto a difendere un centrocampista largo, lontano dalla zona della verità.
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