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5 cose da sapere su Rúben Amorim

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Una grande carriera da giocatore

Si dice spesso che i grandi giocatori non siano grandi allenatori. Sebbene sia difficile definire Rúben Amorim un ex grande giocatore, la sua carriera è comunque molto buona. Allenato dal Benfica e proseguendo la sua crescita al Belenenses, è tornato all'Aguias dalla porta principale nel 2008. Dopo aver prestato al Braga (2012/2013) e nella squadra qatariota dell'Al-Wakrah (2015/2016), è rimasto comunque al il gigante portoghese fino alla fine della sua carriera nel 2017 quando aveva 32 anni. In circa un decennio ha vinto 3 Campionati, 6 Coppe Nazionali, 1 Coppa di Lega e 1 Supercoppa con il Benfica oltre ad una Coppa del Portogallo con il Braga. Centrocampista della nazionale portoghese (14 presenze), ha giocato il Mondiale 2010 e l'edizione 2014.

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Già un solido track record e una cultura vincente

Portare Rúben Amorim significa anche assicurarsi di portare una cultura vincente. È semplice, gli sono bastati 33 giorni alla guida del Braga per vincere un trofeo. Dopo aver eliminato lo Sporting (2-1) in semifinale e battuto l'FC Porto (1-0) in finale, ha vinto la Coppa di Lega portoghese. Allo Sporting ha mantenuto questa dinamica vincente vincendo la stessa competizione nel 2021 e nel 2022 oltre alla Supercoppa portoghese a inizio stagione. Ma la cosa più importante resta il titolo conquistato nel 2022. Con una lunga invincibilità e nonostante il ritorno del Porto, è riuscito a tenere duro con i suoi uomini per vincere il campionato e offrire il primo titolo al club dal 2002 (Cristiano Ronaldo non aveva ancora iniziato con la prima squadra). Una prestazione che è riuscito a ripetere durante la stagione offrendo ai Leões il 20esimo titolo portoghese. Rúben Amorim è un uomo di imprese.

Il bambino Mourinho

Ha iniziato la sua carriera da allenatore a 33 anni e ha preso le redini del Braga nel dicembre 2019, quando aveva solo 34 anni. In soli tre mesi esploderà e convincerà lo Sporting CP a revocare la sua clausola rescissoria di 10 milioni di euro. Vantando una fama pazzesca con una clausola rescissoria stimata in 30 milioni di euro, segue le orme di giovani allenatori come André Villas-Boas, Julian Nagelsmann e Domenico Tedesco. Attraversando le tappe a ritmo sostenuto, si è guadagnato il soprannome di Baby Mourinho, allenatore con il quale si identifica. “Ci sono allenatori che hanno un modo di vedere la partita che mi piace, come Guardiola, ma per me il riferimento è Mourinho, perché vedo la palla più come lui. Analizza molto bene gli avversari e mette in campo la sua squadra, non solo con un modello di gioco particolare, ma pensando anche a come adattarsi per vincere. E io sono un po' così”ha spiegato in un'intervista per Tribuna espressa.

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Ha il dono di far schiudere i piccoli

Allenatore pragmatico, capace di raggiungere rapidamente i risultati, rimane comunque un ottimo allenatore. È stato lui a permettere l'emergere di Francisco Trincão durante la stagione 2019/2020 per il Braga. Lanciando David Carmo in modo duraturo, facendo di João Palhinha e Paulinho giocatori chiave che porterà allo Sporting CP, ha fatto miracoli anche dalla parte di Leões. Partecipando all'emergere di Pedro Gonçalves o anche a quello del cannoniere svedese Viktor Gyökeres, ha regolarmente aiutato giovani come Tiago Tomas, Matheus Nunes, Manuel Ugarte e Gonçalo Inácio a crescere. Ha avuto il massimo da Pedro Porro, ma anche da un certo Nuno Mendes che ora è al Paris Saint-Germain. D'ora in poi, permette a Ousmane Diomandé, Geny Catamo, Conrad Harder e soprattutto alla pepita Geovany Quenda di esprimere tutto il loro talento. Con il Manchester United e un settore giovanile rinomato, potrà ancora lanciare la sua carriera.

Un'esperienza europea ancora un po' tenera

Essere l'allenatore del Braga e dello Sporting CP è positivo, ma per il momento ha limitato l'esperienza di Rúben Amorim. Piccoli riferimenti però li ha già anche se resta solo nel calibro del Manchester United. Alla sua prima stagione, ha fallito agli ottavi contro i Rangers nonostante una buona squadra avversaria (3-2/1-0) e non ha influito molto sulla progressione dei Minhoto. La stagione successiva, la delusione per lo Sporting CP è stata enorme poiché, dopo la vittoria contro l'Aberdeen (1-0), ha fallito negli spareggi contro gli austriaci del LASK (4-1). Ha poi scoperto la Champions League nel corso dell'anno finanziario 2021/2022. Cappello 1 e inserito nel girone formato da Ajax Amsterdam, Borussia Dortmund e Besiktas, è riuscito a strappare il secondo posto ai tedeschi grazie alla vittoria per 3-1 alla quinta giornata.

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D'altronde non è bastato contro il Manchester City, sconfitta per 5-0 all'andata prima dell'aneddotico pareggio al ritorno. L'anno successivo si qualificò nuovamente per la Champions League ma finì terzo nel suo girone dietro Tottenham e Francoforte ma davanti all'Olympique de Marsiglia. Vincendo notevolmente lo scalpo dell'Arsenal in Europa League, è uscito nei quarti di finale contro la Juventus (2-1 complessivo). La scorsa stagione, ha partecipato all'Europa League dove è arrivato secondo nel suo girone dietro l'Atalanta che ha eliminato lo Sporting CP agli ottavi (3-2 complessivo) prima di vincere la competizione. In questa stagione, lo Sporting CP è tornato in Champions League e ha totalizzato 7 punti in 3 giornate, classificandosi all'ottavo posto. Abbastanza per prevedere con ottimismo un posto tra i primi 24 al termine della fase a gironi. Se Rúben Amorim ha ancora bisogno di sviluppare la sua cultura nelle competizioni europee, i suoi risultati in altre competizioni lasciano spazio all'ottimismo.

Pub. IL 01/11/2024 18:00
– AGGIORNAMENTO 01/11/2024 18:22

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