Questo mese di ottobre, il centro sportivo Parigi-Bercy organizza una festa d’addio. Per il 39e e, ultimo ma non meno importante, la sede parigina accoglie tra le sue mura il Paris Masters 1000, uno dei tornei più importanti del calendario del pallone giallo. E tra le stelle del circuito, i francesi non si sono persi l’ultimo incontro con la storica sede: cinque di loro si sono qualificati per gli ottavi di finale, che inizieranno giovedì 31 ottobre.
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Il funerale assume quindi il sapore di una nuova ventata di vita per il tennis francese più abituato ai petardi bagnati che ai fuochi d’artificio negli ultimi tempi. Nel 2023, Ugo Humbert è stato l’unico azzurro a vincere una partita nel tabellone principale dell’ormai denominato Rolex Paris Masters, ed è stato eliminato in quello successivo. Questa volta Messin non ha fatto dettagli nel secondo turno, schiacciando prontamente l’americano Marcos Giron sull’angusto campo numero 1 (6-3, 6-2).
Ugo Humbert ha avuto una motivazione molto particolare quando ha messo piede in campo: il campo appunto. “Sono il numero 1 francese. Meritavo di giocare su [court] centrale di Bercy. Lo aspettavo dall’inizio dell’anno. E’ il mio torneo preferito. Ovviamente sono rimasto deluso dalla programmazione e un po’ sorpreso”ha spiegato in conferenza stampa. Amatore – e padrone di casa – di atmosfere surriscaldate, Ugo Humbert trova la sua felicità sul campo centrale, dove gli spettatori sono sempre pronti a spingere il francese. Meno sui due annessi.
La loro dimensione (meno di 2.000 posti in totale per entrambi) è stridente per un torneo di questo genere – il secondo livello più alto dopo i quattro Grandi Slam. E la loro altezza sotto il soffitto non soddisfa i criteri ATP. Se finora l’ente che governa il circuito maschile ha chiuso un occhio offrendo un’esenzione al torneo di Parigi nelle ultime stagioni, presto non ne avrà più bisogno. Dal prossimo anno, “Bercy” farà le valigie, dirigendosi verso l’immensa Arena La Défense di Parigi e i suoi 40.000 posti (sistema concerto).
La prossima generazione francese brilla
Il trasferimento a Nanterre è accompagnato da un’ondata di ricordi. “È davvero speciale come cortometraggio. Qui a Bercy accadono spesso cose un po’ sorprendenti, ricorda Adrian Mannarino, qualificato anche lui all’ottavo posto per la sua tredicesima partecipazione. Quando penso a Bercy, penso davvero al campo centrale. »
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