DayFR Italian

. Cronaca – Marc Fayet: “Pogacar? Sindrome di Merckx, trauma di Armstrong…”

-

Ovviamente, ti sono piaciuti i post sull’umore di Marc Fayet nel 2023, quindi lo rimettiamo per il 2024! Sei riuscito a scoprirlo e continuarlo a leggere ’Actucon la sua rubrica o meglio la sua sezione”I quaderni segreti“, con un nuovo episodio che torna ai sospetti del dopetà che circonda gli spettacolianze e dominio di Tciao Pogcaar durante una storica stagione 2024. Come promemoria, Marc Fayetclasse 1961, è un uomo di teatro e di palcoscenico. Attore e regista, ma anche appassionato di ciclismo, Marc è sempre stato coinvolto: scrive, commenta, agisce come può nel ciclismo, in particolare sul Giro del Finistère di cui è oggi e dal 2021 il presidente del comitato organizzatore. Marc Fayet e “è” quaderni segretiora può essere trovato regolarmente su Ciclismo’Actu.

Video – Tadej Pogacar ancora invincibile al Giro di Lombardia

“Sindrome del Merckxismo” e “Trauma armstrongiano”

Tutti gli studi comportamentali, psico-sociologici e neurologici confermeranno che lo spettatore del ciclismo è eternamente insoddisfatto. Il motivo di questo stato è ormai noto, è il risultato dell’associazione di due gravi patologie, l’una denominata “Sindrome del Merckxismo” e l’altro battezzato “Traumatismo Armstronguien”. Il primo nominato, ereditato da quando, nel secolo scorso, ci fu un famoso cannibale che lasciò solo poche briciole di prove ai suoi avversari (soprattutto quelle a cui non partecipò) e il secondo, dopo il regno indiviso di un serial imbroglione americano che è riuscito ad ingannare il suo mondo per quindici stagioni.

Da queste due epoche è nata per la prima volta tra i reporter-relatori una prosa basata sull’espressione della stanchezza di dover raccontare giorno dopo giorno, settimana dopo settimana e stagione dopo stagione la stessa storia ogni volta invariabilmente cominciando con “All’improvviso Merckx ha accelerato e ha lasciato andare i suoi ultimi compagni di fuga”. Possiamo capire che l’uomo di penna, avendo costantemente bisogno di rinnovare la sua scrittura, si trovò completamente ostacolato una volta esauriti tutti gli aggettivi e superlativi possibili e soprattutto dopo aver scritto sempre lo stesso sostantivo a cui erano associati. Dall’altro lato, veniva principalmente dal mondo del ciclismo stesso, quando pochi corridori, dirigenti, tifosi si lasciavano ingannare dalla straordinaria impostura che questo autentico padrino aveva instaurato, avendo corrotto tutte le autorità sportive e politiche mondiali.

Queste due malattie ci impediscono di assaporare adeguatamente l’avvento del più grande campione di ciclismo del mondo.

Sembrerebbe quindi che nel 2024 queste due malattie sopite emergano improvvisamente per diventare una sola e colpirebbero l’intero universo del ciclismo, impedendoci di godere adeguatamente dell’avvento del più grande campione del mondo di ciclismo. È vero che il ragazzo che sorride pedalando ha una facilità sconcertante nell’esercizio del suo sport che somiglia molto più a un gioco che a una sfida. È anche vero che quando decide di andarsene, i giornalisti non possono fare altro che ripetere la formula dei loro predecessori del secolo scorso: “All’improvviso Pogacar ha accelerato e ha lasciato andare i suoi ultimi compagni di fuga”. Che dire poi del primato di una squadra creata con fondi emiratini sulla base di una ex squadra italiana che ha avuto al suo interno non poche vicende poco raccomandabili e il cui attuale allenatore è considerato uno dei delinquenti più noti dello sport ciclistico?

Infine, è vero che il giovane Pogi viene da un piccolissimo paese abbastanza lontano da noi, di cui non conosciamo bene la cultura e le abitudini, con l’unico vantaggio favorevole che è la sua opposizione alla belligerante Russia e la sua grande attenzione all’ecologia rafforzata dall’eccezionale bellezza della sua natura. Nulla però vieta di apprezzare lo straordinario spettacolo di questo geniale corridore, capace di ispirazioni e aspirazioni folli, di cavalcate da capogiro, di vittorie favolose, di sogni fantastici. Cosa c’è di più bello di un runner dallo stile perfetto e dall’eleganza naturale? Cosa c’è di più ammirevole di questi monumenti inghiottiti, di queste torri digerite, di queste opposizioni annientate?

C’è del buono in questa doppia sindrome… Tra chi è disinteressato al ciclismo!

Quindi sì, dobbiamo riconoscerlo, siamo ridotti, come tutti, solo ad aspettare il momento in cui lui avrà deciso di partire da solo, perché sappiamo che non ci sono dubbi sulla sua strategia che è una senza esserlo. Preme i pedali e “Arrivederci!” » e tanta facilità solleva interrogativi. L’unica ipotesi, l’unica scommessa che vale la pena fare e dove forse c’è ancora qualche soldo in palio, è sul chilometro esatto in cui piazzerà la sua accelerazione; 30 chilometri? 35 chilometri? 42,23 chilometri? Ma bisogna riconoscere che qui ci sono ancora delle sorprese perché ricordiamo quel famoso 29 settembre quando, nel momento in cui molti stavano appena iniziando il pranzo, Tadej era già partito a 100 km dall’arrivo.

Ma dovete sapere che questa doppia sindrome, ormai accettata e integrata, avrà insospettabili benefici sulla vita di coppia e questa è forse la sua più grande virtù. Rivolgo quindi in confidenza questo consiglio alle mogli degli appassionati di ciclismo vittime di questa malattia endemica: se avete bisogno di vostro marito per lavori domestici, qualche bricolage vario o per la manutenzione del giardino, dovrete solo presentargli questa scadenza “Appena Pogacar accelera, dammi una mano! » e quindi sì, in queste condizioni, vedrai tuo marito uscire dallo schermo per raggiungerti abbastanza velocemente e sarai sicura di averlo accanto per ben 2 o 3 ore, concedendogli solo una pausa caffè, quella in cui andrà a vedere il campione del mondo da solo, alzerà le braccia e la moto al traguardo. Quindi c’è del buono in questa doppia sindrome che magari avrà un effetto euforico… Per chi è disinteressato al ciclismo!

Related News :