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L’Egitto nega il coinvolgimento nel conflitto in Sudan

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L’Egitto ha reagito con forza alle accuse del capo delle Sudan Rapid Support Forces.

Il giorno prima, Mohamed Hamdan Dagalo, capo delle Forze di supporto rapido, aveva accusato il Cairo di aver bombardato le sue posizioni a Jabal Moya, nello stato di Sennar, nel Sudan centrale.

Secondo lui, l’Egitto ha anche fornito all’esercito sudanese “otto aerei da guerra e bombe di fabbricazione americana”.

In un comunicato, il Ministero degli Affari Esteri egiziano nega categoricamente queste accuse e chiede “prove” al generale Dagalo e un’indagine da parte della comunità internazionale.

Sempre secondo Rapid Support Forces, altri paesi sostengono segretamente le forze armate sudanesi. Dagalo individua l’Iran che fornirebbe droni, l’Ucraina mercenari. E i combattenti arriverebbero dall’Azerbaigian, dal Tigray etiope e dall’Eritrea.

Dall’aprile 2023, secondo le Nazioni Unite, il conflitto tra le forze armate sudanesi e la RSF è costato più di 20.000 vite umane e ha provocato lo sfollamento di quasi 10 milioni di civili.

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