DayFR Italian

“Per questo stemma colpito dal leone, al tuo fianco, canterò sempre”

-

Da domenica la cronaca dell’OL è purtroppo incentrata sugli incidenti accaduti all’uscita dagli spalti dopo la partita contro il Nantes. Una nuova spina nel fianco quando il calcio deve essere una festa, a maggior ragione tra tifosi di uno stesso club.

EDITO – Sì, sì, ilOL ha vinto una partita di calcio domenica contro FC Nantes. Per coloro che sono meno assidui alle uscite dei giocatori di Pierre Sage, potrebbe anche darsi che non conoscano nemmeno il risultato di questa parte della 7a giornata di Ligue 1. No, da tre giorni, che hanno occupato le cronache del Il club del Lione riguarda principalmente gli eventi accaduti a margine dell’incontro. Al fischio finale, per essere più precisi, all’ingresso del cancello X del Parc OL.

Un raggruppamento, un’imboscata diranno altri, per scontrarsi (e non solo) contro i membri del nuovo gruppo Sei Neuf Pirates. Da tre giorni l’OL cerca di scovare i responsabili e da allora i comunicati stampa di tutti si riversano per scaricare la patata bollente. In attesa della fine della storia, è un nuovo sassolino nella scarpa di cui la capolista Lione avrebbe potuto fare a meno. Una linea nuova sul tema della violenza negli stadi che continua a crescere nel corso delle settimane, dei mesi e degli anni.

Sfortunatamente, ilOL e i suoi sostenitori, se così possiamo chiamarli, sono lungi dal dare l’esempio. E l’episodio di domenica ha gettato la chiave nello stagno. Come possono i tifosi della stessa squadra raggiungere tali estremi? Chi ha ragione? Chi ha torto? Solo la polizia, i tribunali e qualsiasi organo competente potranno decidere. Non dipende da noi giornalistiOlimpique-et-Lyonnais o altri colleghi, per prendere posizione. Questo non è il nostro ruolo e non lo sarà mai. Rimaniamo però soprattutto uomini e donne.

Potrebbe essere stato nostro fratello, nostro nonno, nostra figlia o semplicemente un amico, e questo non è accettabile. Gli errori sugli spalti restano un argomento delicato e delicato, ma che tu sia di sinistra o di destra, operai o dirigenti, bianchi o neri, in uno stadio non c’è posto per la violenza. Ancor meno il razzismo, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione. Questa è purtroppo la strada intrapresa da tanti anni, sia a Lione che altrove. Ma vedere individui della stessa città, dello stesso club e con indosso la stessa maglia durante gli scontri domenicali mette i brividi lungo la schiena. Come se la violenza avesse fatto un altro passo.

Lione è però il suo centro storico, la collina di Fourvière, le pendici della Croix-Rousse. Ma sono anche i Grattacieli, la città di Berliet e tutti questi lavoratori che venivano a lavorare in fabbrica prima che Renault Trucks diventasse lo sponsor storico del primo titolo nel 2002, le Minguettes, e così via. È soprattutto una diversità.

OL è Fleury Di Nallo e i suoi 222 gol nella storia. Un “piccolo principe di Gerland”, un idolo attraverso i secoli, frutto solo della diaspora italiana stabilitasi tra il Rodano e la Saona negli anni ’30. Il miglior giocatore della storia? Un brasiliano, di nome Juninho è venuto direttamente da Recife. L’unico campione del mondo francese incoronato con la maglia dell’OL? Nabil Fekirun prodotto puro di Villeurbanne e che ha censito zone popolari come quelle di FC Vaulx o da Santo-Priest e un po’ più esclusivo a Caluire.

L’elenco potrebbe essere ancora molto lungo, ma ci fermiamo qui. Lione e OL, attraverso la loro storia, sono soprattutto una terra accogliente e non quella di un’unica scuola di pensiero. A Gerland, al Parc OL, deve vibrare solo l’amore per la maglia, l’amore per lo stemma. Per chi se lo fosse dimenticato, ascoltare ogni settimana le canzoni che rendono così affascinante lo stadio Décines dovrebbe servire da promemoria.

“Per questo stemma, colpito con il leone

Al tuo fianco, sempre, canteremo

Per i canut, mai sconfitti

Questa canzone echeggerà nelle nostre strade

Vai vai, vai vai, ascolta la gente di Lione”

Un popolo e nient’altro, perché questo club non appartiene a nessuno, se non alla Storia, alla sua Storia. Non a John Textor, non ai giocatori o ai gruppi di tifosi. È un’istituzione al di sopra di tutto e di tutti. Come ha detto un certo ospite, “L’Olympique Lyonnais è un motivo fantastico per essere felici” e questo dovrebbe bastare per arrivare allo stadio.

Related News :