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“Alle vittime della giustizia belga: non siete sole!” : il grido dal cuore di Zakia, il cui fratello è stato vigliaccamente ucciso nei macelli dell’Anderlecht

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Così inizia la storia di Zakia Urriade, “Respira!” Un libro in omaggio al fratellino Ismaïl, ucciso a soli 41 anni da un collega macellaio al mattatoio di Anderlecht in seguito ad una banale lite degenerata. I fatti sono accaduti il ​​7 maggio 2022. Per 27 mesi Zakia si è confrontata con la complessità e l’incoerenza della giustizia belga. Nella sua toccante opera “scritto di cuore in poche ore”torna sull’annuncio della morte del fratello mentre si trovava in un centro commerciale, sull’assenza dell’aiuto psicologico offerto dalla polizia, sull’autocompiacimento nei confronti dell’aggressore. Ma anche i mesi dei dubbi, della rabbia, delle incomprensioni nonostante un caso i cui fatti siano cristallini.

L’assassino di Ismaïl, dopo essere stato presentato in appello, è stato condannato a 16 anni di reclusione per omicidio colposo con intento mortale, con il movente: gelosia. “Un crimine di ego, di rabbia”come indicato dal legale delle parti civili nel corso delle memorie. L’aggressore, visibilmente stanco e teso il giorno della tragedia, aveva”un impulso omicida”, come si legge nell’atto di accusa, su richiesta di Ismail che era impegnato a servire i clienti.

Pesante calvario per la famiglia di Ismail, macellaio accoltellato al mattatoio di Anderlecht: “Dovevo sedermi a 1,5 m dall’uomo che ha ucciso mio fratello”

L’aggressione, del tutto gratuita, è stata interamente ripresa da una telecamera di sorveglianza. “L’assassino si è recato immediatamente nel parcheggio del mattatoio per essere arrestato dalla poliziaspiega. L’arma, ovvero un coltello da cucina, è stata ritrovata sulla scena del crimine. Tutto era cristallino, inequivocabile. Nonostante ciò, ho dovuto affrontare un procedimento legale lungo e doloroso, con giudici freddi e disumanizzanti.”.

“L’assassino seduto proprio accanto a me, senza polizia”

Zakia non dimenticherà presto il suo primo incontro con l’assassino. Sarà durante la camera di rinvio a giudizio per sapere se il caso sarà stato rinviato al tribunale penale o alle assise. “Mi aspettavo di vedere l’imputato entrare nella stanza circondato dagli agenti di polizia ma niente affatto: è arrivato da solo, con il suo braccialetto elettronico. Si sedette sulla panchina a un metro e mezzo da me. Non mostrò il minimo rammarico, né il minimo sguardo. Dovevo assumermi la responsabilità di non saltargli addosso. Non ho mai smesso di pensare alle mie tre nipoti dalle quali ho attinto tutte le mie energie per non sprofondare. A mia madre, la cui perdita del figlio è stata insopportabile, che ha saputo rimanere stoica e mi ha dato una forza inimmaginabile”.

Pensieri delle vittime di Strépy-Bracquegnies

Zakia non è il tipo che si piange addosso. Nonostante il suo sgomento, questo dolore inestricabile che l’accompagna ogni giorno da due anni e mezzo, vuole consegnare un messaggio di speranza alle vittime collaterali che si trovano in una situazione simile. “Penso in particolare alle vittime del processo Strépy-Bracquegnies. (quando un automobilista si è lanciato in mezzo alla folla a Gilles de Binche, uccidendo 7 persone e ferendone 38, ndr), avvenuto due mesi prima dell’omicidio di mio fratello e i cui fatti sono ancora in fase di definizione. Penso a tutte queste famiglie in lutto che si ritrovano incomprensibili. Perdere una persona cara in modo così brutale è ingiusto e irreale. Ciò lascia un vuoto che non può essere riempito. È un dolore indicibile, tanto più quando non possiamo contare sulla giustizia per compensare, anche per poco tempo, il disagio”.

Questa domenica si sono sentiti degli spari vicino ai mattatoi dell’Anderlecht

Umorismo per prendersi gioco della giustizia

Nelle 120 pagine del libro, cosparse di tocchi di umorismo per illustrare tutta l’assurdità del sistema giudiziario belga, Zakia fa del ritratto del fratello un filo conduttore. “Perché le sue figlie, le sue principesse, come le chiamava lui, sapessero che padre eccezionale era. Un essere dal volto solare, che non ha mai causato il minimo danno. Era sempre al servizio degli altri, laborioso. Non ha mai alzato la voce. Mai e poi mai insulterebbe un collega. Ero quindi ancora più furioso quando la parte avversaria ha invocato la provocazione per giustificare il crimine del proprio cliente! Soprattutto perché era chiaro che non lo aveva insultato vista la telecamera di sorveglianza. E anche così, non uccidi qualcuno per questo motivo!lei si arrabbia.

Un’ingiustizia tanto più insopportabile dal momento che Ismaïl non c’è più mentre il suo assassino ha impiegato più di due anni, e un ricorso respinto in cassazione, prima di ritrovarsi dietro le sbarre. “A casa, braccialetto o no, un assassino può vedere sua moglie, mangiare quello che vuole, vedere i suoi amici, telefonare, dormire nel suo letto. possiamo leggere a pagina 52.”Dal giorno in cui Ismail ha lasciato questo mondo, ho giurato a me stesso che non avrei speso un grammo di energia per l’assassino. Mi sono detto: ‘Zak, se coltivi la rabbia nei suoi confronti, ti esaurirai. Lascia da parte la vendetta, non ti servirà a niente. E ti assicuro che fino al processo ho saputo resistere. Decido di allertare i media. Non riesco a concepire che in un paese europeo dove il reato più grave previsto dal codice penale è il reato di sangue, un assassino venga lasciato fuori, a casa sotto braccialetto.”

Rissa mortale ai macelli dell’Anderlecht: cosa dicono le immagini delle telecamere di sorveglianza del macellaio

Nel grigiore resiste, oltre al lavoro”copia” avvocati Me Gallant e Me Parewyck, per evidenziare il ruolo svolto dal giudice istruttore Olivier Anciaux.ciò ha permesso di avviare una richiesta di testimoni tramite la polizia federale per trovare due clienti che hanno assistito alla scena e le cui testimonianze erano preziose. Ma anche l’intervento dell’avvocato generale Aurélie Baurain quando ha chiesto scusa, a nome dell’azienda, per il modo in cui è stato dato l’annuncio della morte a Zakia. “Parole che non hanno prezzo”, conclude.

“Respira!”, edito da Lamiroy. 120 pagg. 15 euro.

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