Come De Zerbi impone il suo stile e metodo all'OM
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Come De Zerbi impone il suo stile e metodo all'OM

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“Ho il sangue caldo! Voglio essere al centro delle cose, vivo l’allenamento a modo mio e in generale non mi piace restare indietro!” Roberto De Zerbi ha il suo metodo e lo applica ogni giorno, come una persona passionale. Una o due palle in mano, sempre in mezzo ai suoi giocatori non appena inizia un’opposizione, la voce che si porta e risuona sulle alture della Commanderie… Roberto De Zerbi impone il suo stile. La stagione è appena iniziata, ma le prime settimane di allenamento hanno permesso rapidamente al tecnico italiano di ottenere il sostegno del gruppo marsigliese.

“Ragazzi, giochiamo corto, corto, corto… per attirare l'avversario, e poi giochiamo lungo!”

Al di là dell'esigenza e della professionalità, un altro principio è irrinunciabile agli occhi di Roberto De Zerbi: l'intensità. Le sue sedute non saranno necessariamente lunghe, ma dovranno essere ritmate e si protrarranno solo se non riuscirà a ottenere dai suoi uomini ciò che vuole. L'allenamento aperto integralmente alla stampa di lunedì ne è stato un esempio. Anche se significa parlare a voce alta, fermare il gioco o tirare un pallone per fastidio, De Zerbi vuole qualità tecnica e sequenze pulite. “Correre, correre, correre… per risucchiare l'avversario, e poi giochiamo lunghi, ragazzi!”: “Una squadra che si ritira è una squadra che perde palla!” In italiano, in inglese, a volte con qualche parola di spagnolo, il tecnico dell'OM ripete i suoi principi di gioco e questo è secondo lui essenziale: saper mantenere il controllo della palla, sotto pressione e in spazi ristretti, per attirare la squadra avversaria e poi sfruttare gli spazi liberi.

Hojbjerg: “Ci dà le chiavi ed è molto preciso in quello che chiede”

“L'allenatore insiste molto su questa capacità di uscire dalla pressione avversaria nel modo più efficiente possibile”, analizza il centrocampista danese Pierre-Emile Hojbjerg per RMC Sport. “A volte viene dal portiere, a volte dalle ali, ma spesso dal centro. Ed è un allenatore che ha sempre un sacco di idee, che intuisce le cose e ci dà le chiavi del successo. È un allenatore molto dotato. Mi piace il suo modo di lavorare, di mettere l'intensità, la serietà e la pressione necessarie. È facile da seguire, perché è molto preciso in ciò che chiede. Ci divertiamo molto con lui e il suo staff”.

De Zerbi sa che il suo metodo funzionerà se avrà al suo fianco giocatori mentalmente freschi, coinvolti e determinati a imparare. “Questo cambiamento radicale” all’interno della squadra, come lo ha definito De Zerbi, è stato quindi necessario per creare un gruppo e un legame vero con i suoi giocatori. Hojbjerg lavora con il tecnico italiano solo da poco tempo, ma ne è già conquistato: “È anche un uomo dal cuore grande. Non mi ha sorpreso, ma ho scoperto un allenatore con cui è un piacere lavorare e vivere quotidianamente”.

Uno staff allargato dove tutti conoscono la propria parte

Ospite di Génération After su RMC, Maxime Lopez, ex ragazzo dell'OM che ha trascorso una stagione agli ordini di “RDZ”, era anche lui entusiasta dell'allenatore italiano e del suo approccio umano. “Umanamente, è eccezionale con i giocatori. Quando sono arrivato al Sassuolo, mi ha proposto di andare a dormire a casa sua, per guardare le partite insieme. In campo, si trasforma, aziona un pulsante e impazzisce. È un personaggio capriccioso, capace di impazzire, ma non picchia nessuno, attenzione! A volte urla a qualcuno del suo staff, per far passare un messaggio”. Uno staff… ultra-allargato, dove tutti conoscono la loro parte. De Zerbi chiede ai suoi assistenti di essere il più vicino possibile ai laboratori e alla palla per guidare i giocatori se necessario e se le istruzioni non vengono rispettate. L'italiano non tollera la mediocrità e un esercizio mal eseguito.

Molto vicino e molto schietto con i suoi giocatori

Molto tattile, De Zerbi parla molto con i suoi giocatori, e promette che li difenderà sempre. È grazie a questa franchezza nei rapporti che il tecnico dell'OM si permette anche di essere brusco senza dichiarazioni. Il tecnico italiano dell'OM lo ha confidato, a inizio settimana, in un incontro informale con la stampa, in tutta tranquillità: usa anche le conferenze stampa per far passare i messaggi. Chiedendo chiaramente più statistiche ad Amine Harit o Luis Henrique, nominando con precisione i colpevoli di un gol subito (De Zerbi aveva spiegato i tre errori di Harit, poi Murillo e Balerdi durante il secondo gol subito contro il Reims, ndr), esigendo più rassicurazioni da Brassier o una presa di coscienza da Wahi sul fatto che ora è all'OM…

Se Roberto De Zerbi dice i termini con chiarezza, è perché il discorso è stato necessariamente fatto in anticipo ai principali interessati. Sempre nella forma e con dialogo e spiegazioni. “La porta del suo ufficio è sempre aperta quando abbiamo bisogno di parlare”, apprezza un giocatore. De Zerbi, che si definisce una persona integra, basa anche la sua gestione su questo rapporto sano e sincero con il suo spogliatoio. Uno spogliatoio che aderisce. L'italiano ha confidato di recente alla sua truppa di essere soddisfatto o addirittura sorpreso dalla loro capacità di cogliere rapidamente i suoi principi di gioco, e che lo ha entusiasmato enormemente avere un gruppo con un reale margine di progressione.

Articolo originale pubblicato su RMC Sport

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