“Gestisci il mio patrimonio immobiliare”, un fiasco da 1,3 miliardi di euro per Bercy

“Gestisci il mio patrimonio immobiliare”, un fiasco da 1,3 miliardi di euro per Bercy
“Gestisci il mio patrimonio immobiliare”, un fiasco da 1,3 miliardi di euro per Bercy
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La fortezza di Bercy è da tempo rinomata per la serietà del suo lavoro, svolto da alti funzionari. Due crepe ora danneggiano la facciata. Il primo è ovviamente l’impressionante slittamento del deficit pubblico nel 2023 e, soprattutto, nel 2024, con un divario di 50 miliardi di euro tra previsioni e realtà. Mai vista prima, al di fuori dei periodi di crisi.

E ora una seconda crepa sta danneggiando l’immagine del Ministero dell’Economia: l’incredibile fallimento di “Gestisci i miei beni immobili”, uno strumento lanciato nel 2021 dall’amministrazione fiscale. Un fiasco sviscerato dalla Corte dei Conti in un duro rapporto reso pubblico giovedì 23 gennaio. Per cominciare “caotico” di questo servizio ha portato “conseguenze finanziarie molto pesanti per lo Stato”ferisce la Corte.

Tutto però inizia sotto i migliori auspici. Con Gestisci il mio immobile, l’amministrazione fiscale intende modernizzare la dichiarazione di proprietà dei proprietari. Il nuovo servizio, interamente online, dovrebbe consentire ai contribuenti di dichiarare facilmente l’identità degli occupanti nonché i canoni degli immobili locati, e di avere accesso in tempo reale alle informazioni a disposizione dell’amministrazione. La Direzione Generale delle Finanze Pubbliche (DGFiP), dal canto suo, auspica di ottenere dati attendibili e aggiornati, in particolare per inviare comunicazioni corrette per l’imposta sulle seconde case e per quella sulle abitazioni sfitte.

Gestione “inefficace”.

Ideale su carta; molto meno nella pratica. “Lo sviluppo dello strumento non rispettava le buone pratiche di gestione previste”eufemizza la Corte dei conti. I tre progetti informatici necessari vengono realizzati separatamente, con la direzione “non molto efficace” a causa di a “supporto politico limitato”. Il DGFiP non trasmette le informazioni necessarie al dipartimento digitale interministeriale, le cui segnalazioni non vengono prese in considerazione con sufficiente rapidità. Il caso è in ritardo. L’applicazione è stata lanciata senza essere pronta e Bercy ha dovuto chiamare urgentemente i fornitori di servizi per chiedere aiuto. Risultati: il progetto, che avrebbe dovuto costare 13 milioni di euro, ha visto il suo conto salire a oltre 56 milioni di euro, secondo la Corte.

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Francia

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