Questo sabato, 18 gennaio 2025, Léa Salamé ha ospitato un nuovo numero dello spettacolo Che epoca su France 2. In seconda serata il giornalista, presente anche su France Inter, ha dato il benvenuto Charline Vanhoenacker.
Sfortunatamente, la visita del comico non è stata facile. L’editorialista 47enne non ha esitato a esprimersi le sue forti opinioniin particolare contro Elon Musk, uno degli uomini più ricchi e influenti degli Stati Uniti.
Le sue parole, senza filtro, hanno subito suscitato forti reazioni, destabilizzando un po’ l’atmosfera del programma.
Che epoca: una sequenza che fa parlare
“Abbiamo parlato tanto di genio parlando di Elon Musk, ci siamo dimenticati di dire che era un grande stronzo“, ha detto prima di aggiungere: “È bello dire grande stronzo“.
Presente al suo fianco, l’ex commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, gli ha poi chiesto se “non vuole venire a twittare (con lui) sulle reti“. Un invito che ha scatenato le passioni.
Se la maggior parte del pubblico presente non ha mancato di ridere di questo scambio, gli internauti hanno reagito in modo molto diverso. Molti si sono indignati per il disprezzo mostrato non solo nei confronti di Elon Musk, ma anche nei confronti di Donald Trump.
“Di’ ad Arcom che hai fatto pagare a Cyril Hanouna e C8 più di 3 milioni di euro di multa per aver insultato Louis Boyard nel TPMP“, ha ricordato Bruno Attal su X (ex Twitter). “Per questi insulti contro Trump negli Stati Uniti, quanto costa?“
Elon Musk nel mirino degli eletti francesi
Negli ultimi giorni, Elon Musk e la sua piattaforma X sono diventati i principali bersagli delle critiche in Francia. Anche diversi esponenti politici francesi hanno espresso la loro insoddisfazione e hanno invitato a lasciare il social network, riferisce Il diario della domenica.
Tra le figure politiche più accese ci sono Roland Lescure, vicepresidente dell’EPR dell’Assemblea nazionale, la deputata ambientalista Sandrine Rousseau, nonché il senatore Yannick Jadot, tutti membri di un movimento in crescita che rifiuta l’attuale gestione della rete sociale sotto la guida di Elon Musk.
Le accuse sono molteplici: secondo questi eletti, Musk e la sua piattaforma sarebbero responsabili di diffondere disinformazione, trasformando così E “strumento di propaganda“.
Denunciano anche sostegno implicito all’estrema destrauna critica spesso formulata dai detrattori soprattutto a causa delle sue scelte editoriali e della controversa moderazione dei contenuti sulla piattaforma.