Michael Pezzetta sulle rinunce: Martin St-Louis apre la porta

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Michael Pezzetta sta attraversando momenti molto bui con i Montreal Canadiens.

Con un magro tempo di gioco di 3 minuti e 5 secondi durante la vittoria del CH a Washington, è diventato ovvio che la robusta ala semplicemente non ha posto nella NHL.

Gentile e devoto, certamente, ma terribilmente sopraffatto dalla velocità e dall’intensità del gioco, riesce a creare tanto disagio quanto compassione.

E anche gli osservatori cominciano a perdere la pazienza… pur provando pietà per lui…

Un giocatore ha semplicemente perso nella NHL

Anthony Marcotte, un noto giornalista che si occupa di Laval Rocket e Montreal Canadiens, è stato aspro con le sue parole dopo la partita:

“Avere Michael Pezzetta giocare 3:05 non fa un favore a nessuno. Le cose stavano andando troppo velocemente per lui stasera. »

Questa affermazione sintetizza perfettamente la palese inutilità di Pezzetta nella formazione del canadese.

Sul ghiaccio è invisibile, incapace di tenere il passo con il ritmo di una partita della NHL. E in panchina occupa un posto che potrebbe essere assegnato a un giovane meritevole.

Marcotte non ha torto. A questo punto, perché non ricordare un giocatore come Joshua Roy, che potrebbe dare un vero contributo, o anche Alex Barré-Boulet, abituato a giocare in situazioni offensive?

Questi giocatori potrebbero trarre vantaggio da un tempo di gioco significativo in seconda linea, piuttosto che vedere Pezzetta sprecare una posizione per appena tre minuti di gioco.

Martin St-Louis, però, sembra a suo agio con questa situazione, preferendo logorare maggiormente Nick Suzuki e Cole Caufield, che giocano ad ottimo hockey.

Sebbene questa decisione possa essere compresa nel breve termine, solleva interrogativi sull’utilità di mantenere Pezzetta in formazione.

Perché continuare a trattenerlo in una squadra che cerca di sviluppare i suoi giovani talenti e costruire un futuro promettente?

Pezzetta, con i suoi 812.500 dollari garantiti per due anni, è diventato un vero e proprio “portatore d’acqua” di lusso.

Una figura simpatica, ma del tutto inutile sul ghiaccio.

A questo livello possiamo anche chiederci se ha il livello per giocare nella Lega americana.

La sua presenza in formazione non ha più alcun senso, ed è difficile immaginare che questa situazione possa durare ancora a lungo.

Le prestazioni di Pezzetta, o meglio la loro assenza, profumano di fine. A 26 anni, è diventato chiaro che non ha posto nel roster della NHL, e anche i fan stanno iniziando a perdere la pazienza.

Questo giocatore, un tempo apprezzato per la sua energia e combattività, oggi è l’ombra di se stesso.

Non apporta nulla, né in attacco né in difesa, e la sua lentezza lo rende del tutto incapace di tenere il passo dei compagni.

Le parole di Marcotte risuonano come un grido del cuore per cambiare le cose.

Se Pezzetta non dovesse tornare in tribuna in tempi brevi, diventa imperativo richiamare Joshua Roy, un giovane che potrebbe davvero aiutare la squadra a progredire.

Questo ritiro, che avrebbe potuto essere effettuato questa settimana, non solo avrebbe dato a Roy minuti di qualità, ma avrebbe anche aiutato a preparare la squadra a lungo termine.

Michael Pezzetta, per quanto simpatico sia, non ha più un posto nella NHL. Il suo ruolo è diventato dannoso e la sua presenza sul ghiaccio è un insulto per i giovani talenti che aspettano la loro occasione per brillare.

Il canadese deve prendere una decisione in fretta: o rimandarlo in tribuna, oppure mostrargli la porta per far posto a un giocatore più competente.

Joshua Roy merita una possibilità e Pezzetta deve accettare che il suo tempo nella NHL è finito.

Il campionato si sta evolvendo e giocatori come lui, senza velocità né impatto, non hanno più il loro posto.

Per il bene del canadese e per il suo, è ora di voltare pagina.

Mettiamolo in deroga.

Michael Pezzetta è diventato l’incarnazione di un evidente disagio, sia dentro che fuori dal ghiaccio.

Con soli 3 minuti e 5 secondi di gioco durante l’ultima partita dei Montreal Canadiens, la situazione è diventata insopportabile, non solo per i tifosi, ma anche per la sua stessa famiglia, che deve assistere impotente a questa lenta discesa agli inferi.

Il contrasto tra il suo ruolo insignificante nella squadra e lo stipendio garantito di 812.500 dollari che riceve ogni anno non fa altro che aggravare questo sentimento di imbarazzo generale.

Per la famiglia Pezzetta la situazione deve essere straziante. Vedere il figlio, un tempo celebrato per la sua energia e il suo spirito combattivo, ridotto a un ruolo da comparsa in una squadra che sembra non aver più bisogno di lui, è un’umiliazione silenziosa.

Quelli a lui vicini potrebbero aver sostenuto con orgoglio il suo viaggio nella NHL, ma oggi devono affrontare una realtà crudele: Michael semplicemente non è più all’altezza.

Ogni partita in cui pattina goffamente per qualche minuto prima di tornare in panchina, ogni notte in cui guarda i suoi compagni brillare senza poter contribuire, è un duro promemoria della sua incapacità di tenere il passo.

La sua famiglia, testimone dei suoi sacrifici e del suo duro lavoro, deve provare una profonda tristezza, ma anche un certo imbarazzo di fronte a questa situazione divenuta quasi imbarazzante.

C’è da chiedersi perché il canadese continui a metterlo in una posizione così vulnerabile, esponendo i suoi limiti davanti a migliaia di spettatori e telespettatori.

Il disagio va anche oltre il ghiaccio, perché ogni minuto giocato da Pezzetta viene visto come un minuto rubato a giovani talenti come Joshua Roy.

Il contrasto tra lo stipendio di Pezzetta e la sua effettiva utilità è un altro punto che alimenta questo disagio. Con 812.500 dollari garantiti per due anni, è chiaro che viene pagato per ricoprire un ruolo che non è in grado di gestire.

La sua famiglia, che un tempo sarebbe stata orgogliosa di questo successo finanziario, ora deve affrontare le critiche che associano il denaro ad un palese spreco da parte del canadese.

La questione del suo futuro diventa sempre più pressante, e ogni partita trascorsa sul ghiaccio non fa altro che accentuare la percezione di non appartenere più alla NHL.

Anche un ritorno nell’American League potrebbe non bastare a ripristinarne l’immagine, perché la china da risalire sembra ripida.

La situazione di Michael Pezzetta è diventata un peso non solo per la squadra, ma anche per la sua famiglia, i suoi cari e perfino per i tifosi dei Canadiens.

Questo giocatore, un tempo simbolo di combattività e umiltà, oggi è visto come una palla al piede che rallenta il progresso dei giovani talenti e rallenta la squadra nella ricerca di rinnovamento.

Eppure Michael continua a provarci, rifiutandosi di arrendersi, nonostante l’umiliazione che lo circonda.

A questo punto, la cosa migliore per lui e per i suoi cari sarebbe che facesse un passo indietro, accettasse la realtà e guardasse verso un futuro in cui potrà ritrovare la dignità e un ruolo che gli si addice.

Per il bene di tutti, è tempo che il canadese prenda una decisione.

Michael Pezzetta non può più continuare a ricoprire un ruolo che va ben oltre le sue capacità. Il disagio è diventato troppo grande ed è ora di porvi fine.

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