Ayuso, Almeida, Yates… Gli Emirati Arabi Uniti di Pogacar sono ancora più forti di Visma al suo “apice”?

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È stata una dimostrazione di forza piuttosto originale quella data da João Almeida sulle pendici del Col du Galibier durante la 4a tappa del Tour de France. Mentre la concorrenza, priva di ossigeno, faticava a seguire il treno indemoniato lanciato dal portoghese, quest’ultimo si è alzato in sella per lanciarsi in un’improbabile serie di gesticolazioni rivolte a Juan Ayuso, il numero 2 degli Emirati Arabi Uniti di Tadej Pogacar. Si lamentava della mancata partecipazione dello spagnolo ai compiti collettivi? La risposta rimarrà senza dubbio sul pullman della squadra degli Emirati. Eppure, per confondersi a 2.000 metri di quota per 20 secondi in bicicletta, bisogna essere forti. Molto forte. Troppo ? Questo è un altro dibattito.

Dove collocare gli UAE – quattro volte presenti nella Top 15 di giornata – nella scala delle squadre indecenti, escludendo per ovvi motivi l’US Postal di Armstrong ma contando la Ineos-Sky di Froome, la Visma Vingegaard di Jonas e quindi gli UAE di Pogacar? Sulla carta probabilmente proprio lassù, anche se c’è una partita con i Jumbo-Visma del 2022 – Roglic, Kuss, Van Aert, Vingegaard – che hanno fatto scoreggiare Pogi sul famigerato Col du Granon. Ricordiamo il casting dei compagni di squadra a cinque stelle del campione sloveno quest’anno.

Juan Ayuso: vincitore del Giro dei Paesi Baschi 2024, 2° della Tirreno Adriatico 2024

João Almeida: Doppio vincitore di tappa al Tour de Suisse 2024 e 2° assoluto al Tour de Suisse 2024

di Adam Yates: Vincitore del Tour de Suisse 2024, vincitore del Tour of Oman 2024

“Siamo migliori dell’anno scorso”

Per non parlare di Pavel Sivakov, Nils Politt, Tim Wellens e Marc Soler, i primi trampolini di lancio di una macchina emiratina regolata come un orologio svizzero. Il primo cittadino non ha nascosto il suo entusiasmo davanti al microfono di France TV dopo la vittoria di Tadej Pogacar questo martedì. “Era un passo che avevamo controllato e abbiamo fatto la cosa giusta. » Ce qu’il fallait étant ici rouler comme des cochons dans le Galibier pour tuer l’échappée puis dégoûter de la vie ceux dont les jambes pesaient trois tonnes, à commencer par le maillot jaune éphémère Richard Carapaz, qui n’aura pas fait long semaforo.

E poi già che ci siamo mettere un po’ in rosso Jonas Vingegaard, anche se la maglia gialla giurerebbe il contrario. “Non la vedo così”, dice a France 2. “Non dobbiamo lavorare per stancarlo, ma abbiamo un buon margine e siamo in ottima forma, meglio dell’anno scorso, credo”. pensa che si veda. »

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Il resto appartiene al talento di Tadej Pogacar, che ha aspettato fino alla fine della salita per produrre uno sforzo breve ma intenso che si adatta particolarmente alle sue qualità di pugile, a differenza di quelle del danese, che credeva di resistere fino all’affondo finale. dal suo rivale, e soprattutto da Remco Evenepoel, maglia bianca e nuovo delfino del cyborg. “Avevo buone gambe, ma l’attacco di Tadej è stato piuttosto duro”, si rammarica il belga ai colleghi di France TV. Conosciamo le sue qualità quando attacca, è sempre esplosivo. Ho provato ad andare ma non ho la stessa velocità nelle gambe. Nemmeno Jonas. Tadej stava meglio oggi. »

Pogacar fiducioso

Guadagnando 35 secondi su tutti – 18 in più grazie ai bonus – sul traguardo, si è anche rassicurato della sua superiorità, messa in discussione domenica quando il doppietto uscente ha tenuto il suo volante sul colle di San Luca, cosa che aveva non accadeva dal Tour precedente e di cui Pogi aveva perso l’abitudine al Giro dove la concorrenza non gli arrivava nemmeno al calzino.

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“Mi dà molta fiducia in me stesso. Ne avevo già tanta, mi sono detto che avrei potuto vincere la tappa e guadagnare qualche secondo, ma farlo in questo modo è davvero speciale. Sono molto felice e motivato a continuare così per tutto il Tour. » Potrà contare sulla Lamborghini che gli farà da squadra per raggiungere i suoi obiettivi.

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