Rivenditori di pulizie in sciopero a tempo indeterminato per un accordo da 18 miliardi di FCFA

Rivenditori di pulizie in sciopero a tempo indeterminato per un accordo da 18 miliardi di FCFA
Rivenditori di pulizie in sciopero a tempo indeterminato per un accordo da 18 miliardi di FCFA
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Il collettivo dei concessionari delle pulizie ha deciso di inasprire i toni di fronte ai ritardi nei pagamenti da parte dello Stato. Ndongo Fall, presidente del collettivo, e i suoi compagni hanno annunciato la sospensione della raccolta dei rifiuti fino a nuovo avviso, denunciando un debito stimato in 18 miliardi di FCFA.

Il collettivo ha spiegato in un comunicato pubblico le ragioni di tale stop: “Il collettivo dei concessionari di pulizie porta all’attenzione del pubblico e delle autorità le seguenti informazioni, giustificando la cessazione dei servizi di raccolta rifiuti su tutto il territorio nazionale per quattro giorni. E questo, dopo una serie di colloqui infruttuosi con le entità interessate”, ha dichiarato Ndongo Fall. Secondo lui gli accordi presi con lo Stato riguardo al pagamento di questo debito non sono stati rispettati.

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“Sapete che lo Stato ci deve 18 miliardi di FCFA. Nonostante un incontro con il ministro responsabile, che si era impegnato a risolvere questa situazione, non abbiamo ancora ricevuto nulla”, si rammarica. Ha criticato anche la recente comunicazione del ministro, il quale ha affermato che ai concessionari verranno versati 1,5 miliardi di FCFA mensilmente. “Anche se riconosciamo la buona volontà del ministro, questa somma resta ampiamente insufficiente rispetto al debito. Peggio ancora, questa situazione ci mette in contrasto con i nostri fornitori, che ci chiedono i loro soldi”, ha aggiunto Ndongo Fall.

I commercianti denunciano anche la scarsa considerazione delle autorità nei confronti del loro settore. Ndongo Fall ha ricordato gli sforzi compiuti per garantire la continuità del servizio, soprattutto durante periodi critici come le elezioni, nonostante le risorse limitate. Oggi si trovano in una situazione catastrofica: conti bloccati dai fornitori di carburante. Sospese le linee di finanziamento bancarie. Maggiore pressione da parte dei dipendenti a causa degli stipendi arretrati.

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“Se non si trova una soluzione immediata non potremo riprendere la raccolta dei rifiuti. Ci scusiamo con le popolazioni colpite da questa situazione, al di fuori del nostro controllo”, ha dichiarato il presidente del collettivo.

Anche Bara Sall, membro del collettivo, ha insistito sulla loro apertura alla negoziazione. “Siamo pronti al dialogo per trovare una soluzione duratura. Ma finora nessuna azione concreta è stata intrapresa dallo Stato. I nostri fornitori si rifiutano di darci carburante e molte famiglie si trovano in difficoltà”, ha detto. Di fronte a questo blocco, i commercianti chiedono alle autorità di salvare un settore vitale ma in pericolo, minacciando di fallimento diverse aziende senegalesi.

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