Questi fischi potrebbero costare caro, a patto che i tifosi non affrettino l’addio della KDB

Questi fischi potrebbero costare caro, a patto che i tifosi non affrettino l’addio della KDB
Questi fischi potrebbero costare caro, a patto che i tifosi non affrettino l’addio della KDB
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Abbiamo mostrato un’immagine negativa del Belgio in occasione di questo Euro. I tifosi hanno dimenticato da dove viene il Belgio? Yannick Carrasco ha detto ad alta voce cosa pensava lo spogliatoio dopo il triste 0-0 contro l’Ucraina. Kevin De Bruyne si è limitato ad un cinico: “Ne abbiamo bisogno.” Meno male che non ha espresso i suoi pensieri. Potrebbe aver detto a se stesso, sotto l’influenza dell’emozione: “Dopo l’Europeo non me ne frega niente: sarò in Arabia Saudita, penserò al mio corpo e alla mia famiglia: ho 33 anni, lascio la Nazionale”.

Kevin De Bruyne che viene fischiato dai suoi stessi tifosi. Abbiamo dovuto andare molto indietro negli archivi per trovare uno scenario come questo. All’intervallo di una partita Genk – Lokeren (0-1) del febbraio 2012 (aveva vent’anni), dichiarò davanti al microfono di Telenet: “Non capisco perché mi fischiano per ogni passaggio sbagliato. Almeno do il massimo. Alcuni compagni invece… mi vergogno al posto loro. Le cose nella nostra squadra non vanno proprio bene .” A fine stagione parte per il Chelsea.

L’idea è stata sua per guadagnare tempo, con Vertonghen. Si sentiva preso di mira personalmente.

Tredici anni dopo, il Capitano Kevin è diventato un uomo. Morde la sua parte prima di criticare i compagni o addirittura i tifosi. Ma non è meno disgustato dal comportamento che definisce inaccettabile da parte dei 12.000 belgi. È stato lui che, dopo aver applaudito per la prima volta i tifosi dopo il fischio finale dell’arbitro, ha dato il segnale agli altri di rientrare, facendo aumentare ulteriormente i decibel. De Bruyne si è sentito preso di mira personalmente, perché è stato lui (con Jan Vertonghen) a decidere di guadagnare tempo sui calci d’angolo per il Belgio a fine gara.

Torna il primo dei tre calci d’angolo, all’86’. Vertonghen scatta 50 metri verso De Bruyne per sussurrargli qualcosa all’orecchio; una scena che non viene trasmessa in televisione. Si capisce subito il contenuto del messaggio: De Bruyne gioca l’angolo corto con Bakayoko, poi serve Vertonghen, che effettua un retropassaggio (abbastanza rischioso, di destro) verso Casteels. Il pubblico belga fischia per la prima volta.

Gli ucraini recuperano facilmente palla e creano due occasioni da gol nei minuti successivi: il gran tiro di Malinovskyi nelle costole di Castagne e il tiro troppo assiale di Sudakov, che era riuscito a penetrare nel rettangolo dei Diavoli.

Al 93′ De Bruyne grida a Bakayoko di aiutarlo a monopolizzare il pallone vicino al palo d’angolo. I due forzano un altro calcio d’angolo ma i fischi si fanno più forti quando, questa volta, gli ucraini realizzano una rimessa dal fondo. I tifosi lo hanno capito da tempo: il Belgio non vuole vincere, mentre per l’altra parte della classifica la strada verso la finale sembrava aperta. “Abbiamo dovuto correre dei rischi nel 94esimo e farci eliminare in contropiede?”ha chiesto De Bruyne davanti al microfono della VRT.

Sarebbe triste vedere il miglior giocatore belga di tutti i tempi lasciare i Devils con una nota negativa.

Nel 1994, dopo Belgio-Spagna (1-4), i fischi del pubblico (soprattutto dei tifosi dell’Anderlecht, visto che la partita si giocava al Parc Astrid) al suo indirizzo avevano spinto Franky Van der Elst a dire (temporaneamente) addio al la squadra nazionale. Le lacrime di suo figlio Tim nello spogliatoio le avevano spezzato il cuore. A otto anni, Mason Milian De Bruyne è probabilmente troppo giovane per capire cosa sia successo al termine della partita contro l’Ucraina. Piange soprattutto quando suo padre perde una partita. Ma Kevin non ha bisogno che suo figlio prenda una decisione del genere.

Se Kevin deciderà di dire addio ai Devils – bisogna mettere in conto anche un possibile ritiro in Nazionale di Lukaku – i fischi dei tifosi non saranno stati il ​​suo unico argomento. Ma avrebbero potuto essere l’ultima goccia. Un exploit contro la Francia può ovviamente cambiare tutto e soprattutto speriamo che l’idea di giocare un Mondiale negli Usa, Paese dei suoi sogni, lo aiuti a rimandare gli addii. Sarebbe un peccato vedere il miglior giocatore della storia del calcio belga, l’idolo di tutti i bambini, lasciare la Nazionale con una nota negativa.

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