un ciclista francese ha giudicato questo mercoledì

un ciclista francese ha giudicato questo mercoledì
un ciclista francese ha giudicato questo mercoledì
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Marion Sicot, che oggi ha 32 anni, sarà giudicata in particolare “per atti di importazione e detenzione di prodotti dopanti”, in particolare di eritropoietina, ha detto all’AFP il pubblico ministero di Montargis Jean-Cédric Gaux.

Risultato positivo all’EPO nel giugno 2019 durante i Campionati francesi su strada, l’atleta è stato sospeso per due anni, pena aumentata a quattro anni dal Consiglio di Stato dopo un procedimento durato quasi tre anni.

Pubblicamente, l’ex ciclista, ora triatleta convertito, ha riconosciuto di aver fatto un’iniezione di EPO solo nel 2019.
Ma secondo le indagini sono emersi fatti risalenti al 2016-2019 che hanno portato alla sua convocazione in tribunale.

Dopo aver inizialmente smentito i fatti a seguito del controllo, ha ammesso di essersi iniettata il prodotto tre giorni prima della gara, nella speranza di fare una buona prestazione e riconquistare la fiducia del suo manager, il belga Marc Bracke, del team Doltcini-Van Eyck. Aveva descritto un fenomeno di “controllo” di questi ultimi, dal quale sperava di staccarsi ottenendo un buon risultato.

Marion Sicot aveva raccontato la storia, in particolare nel suo libro intitolato “Harassed, doped but back! » e pubblicato nel 2021, dopo essere stata esclusa dalla sua squadra nella primavera del 2019 per aver smesso di inviare a Marc Bracke foto di se stessa in biancheria intima.

“Voltare pagina”

Ma la denuncia della ciclista per molestie sessuali nei confronti del suo ex manager è stata respinta nell’agosto 2022. Marc Bracke, sospeso per tre anni dall’UCI in relazione a questa vicenda, si è suicidato l’ottobre successivo all’età di 53 anni.

L’atleta, che aveva indicato sul suo account Instagram di aver ripreso le competizioni a marzo dopo la sospensione, è ora tesserata dal club di triathlon di Châteauroux (Indre) e desidera, grazie alla prova, “voltare pagina”.

“È la procedura logica”, ha reagito a settembre al quotidiano regionale Le Télégramme. “Ho pagato con la giustizia sportiva, credo con il massimo della pena. Anch’io ho dovuto pagare penalmente”.
“So che rischio la pena detentiva con sospensione della pena e una multa, ma per il mio avvocato nessuna pena detentiva. A nessuno piace andare in tribunale, ma non ho scelta. Dopodiché potrò davvero voltare pagina”, ha detto.

L’avvocato di Marion Sicot non ha voluto comunicare prima del processo, che inizierà alle 13.30 davanti al tribunale penale di Montargis.

Nel corso dell’udienza verranno giudicati anche “un conoscente” dell’ex ciclista, che l’avrebbe aiutata a somministrare i prodotti, e un medico, sospettato di aver rilasciato illegalmente prescrizioni allo scopo di prescrivere farmaci EPO. Quest’ultimo contesta i fatti, secondo l’accusa.

I tre imputati rischiano fino a cinque anni di carcere e una multa di 75.000 euro.

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