È una storia di riunione. Julien Bonnaire, figura emblematica del rugby CSBJ ed ex nazionale del XV di Francia con 75 selezioni, è recentemente diventato ambasciatore del marchio Jeep presso Tunesi Automobiles, nota concessionaria di Bourgoin-Jallieu e dintorni.
Per l’ex sportivo questa partnership è stata naturale. “Apprezzo il lato umano e familiare di questa concessionaria. C’ero già stato in passato e ho trovato dipendenti che conoscevo”, confida. Una collaborazione che riecheggia legami forgiati diversi anni fa.
Ricorda anche Thomas Tunesi, attuale direttore della concessionaria: “All’epoca era mio padre a gestire Tunesi Automobiles, e avevamo una partnership importante con la CSBJ. Da allora ho avuto l’opportunità di incontrare Julien in diverse occasioni. È bello riconnettersi oggi. »
Una partnership oltre l’automobile
Più che un semplice ambasciatore, Julien Bonnaire incarna valori che risuonano con quelli della concessionaria. Padre di una bambina, Edith, affetta da paralisi cerebrale, ha fondato insieme alla moglie Coralie l’associazione Handi Move & Fun. L’obiettivo? Promuovere la pratica sportiva per i ragazzi con disabilità. “È un piacere lavorare con persone impegnate in cause importanti. A livello umano è molto arricchente”, afferma Thomas Tunesi.
Una Jeep iconica
Per celebrare questa partnership, le chiavi di una Jeep Wrangler 4xe ibrida plug-in sono state consegnate a Julien Bonnaire. Vera incarnazione dell’avventuriero moderno, questo modello combina prestazioni impressionanti con un design iconico. È anche il discendente della mitica Jeep Willys, famosa per il suo ruolo durante l’atterraggio.
“È una bellissima scoperta, fino ad ora non conoscevo questo brand. Amo la natura e andare in montagna sarà perfetto”, afferma con entusiasmo Julien Bonnaire.
Tunesi Automobiles è presente nel panorama di Berjallien da tre generazioni. L’avventura in realtà cominciò nel 1968, più di 50 anni fa. Questa azienda a conduzione familiare ha sempre voluto rimanere vicino agli attori locali e creare relazioni prolifiche. “È molto importante per noi. Fa parte della nostra cultura, del nostro DNA”, conclude Thomas Tunesi.