Domenico lo ha dimostrato ancora una volta in questo raduno, continua a preparare il futuro dando spazio ai giovani.
Tra coloro che potrebbero unirsi velocemente al gruppo ce n’è uno la cui ascesa è stata piuttosto rapida visto che è approdato al Venezia dopo una sola stagione in OHL. E durante questo raduno è stato chiamato agli Espoirs per sostituire Sardella, trasferitosi in A in seguito alle assenze.
“Non ci stanchiamo mai di assistere alle selezioni”
«Conoscevo già la strada per Tubize, ma non ci stanchiamo mai di andare alle selezioni», spiega Joël Schnigtienne alla RTBF. “Con gli Speranze stiamo nello stesso albergo dei Diavoli: loro dormono al piano di sopra e mangiamo alla stessa ora in mensa”.
Un giovane che vuole imparare dall’esperienza dei suoi più grandi: “Ho già avuto modo di chiacchierare con Arthur Theate, che si è fermato a salutarmi nella stanza che condivido con Lucas Stassin. Qualunque esperienza è buona prendetelo e ditevi che prima o poi potremo incontrare giocatori come Romelu Lukaku e Kevin De Bruyne è abbastanza gratificante”.
“Conquistare la fiducia dell’allenatore”
“Se un giorno potrò parlare con De Bruyne, gli chiederò della sua vita quotidiana al City e della gestione di tutte le partite. Lukaku, gli chiederò qualche consiglio sulla Serie A. E no, non l’ho fatto”. Ho controllato la data del prossimo Napoli-Venezia ma è chiaro che potrebbe essere un duello divertente. In Italia ci sono parecchi attaccanti bravi con cui voglio confrontarmi”, ha detto ancora.
Da titolare una sola volta, nel 4-0 del Venezia contro il Milan, Schingtienne vuole guadagnare più terreno per poter essere preso in considerazione anche per i Red Devils: “Il mio piano è conquistare gradualmente la fiducia del mio allenatore e cogliere l’occasione quando lui me lo restituisce, come ogni giovane belga, il mio obiettivo è diventare un Red Devil un giorno, cerco di dare il massimo ogni giorno e penso che esibendomi nel mio club. le cose seguiranno naturalmente.
Schnigtienne che potremmo vedere ai Mondiali del 2026? “Il Mondiale 2026? Ci sto pensando ovviamente, vedremo. È motivo di orgoglio poter rappresentare il mio Paese. Se giocare in Italia piuttosto che in Belgio mi favorisce? Forse. Giocare all’estero significa che forse ti vediamo sotto una luce diversa, non so, non posso dire nulla, non sono l’allenatore, la Serie A è un campionato rinomato, quindi è possibile che le prestazioni pure restino di più importante.”