RAPPORTO. A Reunion, la difficile sfida di rifornire i corridori sulla Diagonale des fous

RAPPORTO. A Reunion, la difficile sfida di rifornire i corridori sulla Diagonale des fous
RAPPORTO. A Reunion, la difficile sfida di rifornire i corridori sulla Diagonale des fous
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Al Domaine Vidot, a 15 chilometri dall’inizio della Diagonale des fous, i volontari sono impegnati in questo tardo pomeriggio. I primi corridori, partiti da Saint-Pierre giovedì sera alle 22, dovrebbero arrivare alle 5,30. Un pacchetto di coca cola in una mano, acqua nell’altra, Marylise segue l’esempio. Il tutto dovrà essere sistemato sui tavoli della sala comunale prestata per l’occasione. “Faccio volontariato qui da 13 anni. Inizialmente ho partecipato alla Diagonale des fous. Ma al Cilaos ho rinunciato per mancanza di allenamento. E ho pensato che fare volontariato sarebbe stata un’idea migliore.”dice Marylise Ablancourt con un sorriso.

Qui 45 volontari si mobilitano per assorbire il flusso di 2.900 corridori che arrivano con poca differenza. Al mattino alcuni di loro sono partiti per il Porto, nella parte occidentale dell’isola, per raccogliere qualcosa con cui sfamare tutti i partecipanti. Logistica “non ovvio” secondo François Jarlot, responsabile del punto di rifornimento. Ma questo è niente in confronto a quanto postato dai volontari nell’esperienza del circo di Mafate.

In mezzo alle montagne, dopo aver attraversato Cilaos, i corridori attraversano tre villaggi: Marla, Aurère e Îlet des Orangers. Luoghi isolati, situati a diverse ore di cammino dalla prima strada. “La logistica è piuttosto forte. Arriva tutto in elicottero, trasportiamo anche i generatori a Mafate e dintorni”sottolinea Pierre Maunier, presidente dell’associazione Grand Raid.

Otto rotazioni per elicottero

All’Îlet des Orangers, 45 volontari – tra cui 10 infermieri, un medico e due stagisti – sono arrivati ​​lentamente questo giovedì 17 ottobre. All’ordine del giorno della giornata: nientemeno…

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