“Sono venuto con i miei amici a vedere vincere l’Usap, chi se ne frega”: come è andato il ritorno del giocatore accusato di stupro nella Top 14?

“Sono venuto con i miei amici a vedere vincere l’Usap, chi se ne frega”: come è andato il ritorno del giocatore accusato di stupro nella Top 14?
“Sono venuto con i miei amici a vedere vincere l’Usap, chi se ne frega”: come è andato il ritorno del giocatore accusato di stupro nella Top 14?
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“Niente gli impedisce di fare il suo lavoro”: il nazionale francese Hugo Auradou, ancora sotto processo per stupro in Argentina, sabato 5 ottobre ha giocato di nuovo nella Top 14 con il suo club di Pau, nell’indifferenza del pubblico di Perpignan, che contrastava con l’entusiasmo dei media .

Il 21enne seconda fila non calzava i ramponi per una partita ufficiale dal 6 luglio, dalla famosa Argentina-Francia. Ancora incriminato con Rochelais Oscar Jegou per stupro aggravato, ma in attesa dell’archiviazione richiesta venerdì dalla Procura di Mendoza, Auradou è stato istituito sabato, 91 giorni dopo.

Non all’Hameau, dove la Sezione di Pau si prepara a ospitare due volte consecutive, ma a Perpignan, in uno stadio Aimé-Giral rinomato per la sua atmosfera calda, a volte ostile, e per un pubblico tutto esaurito (14.232 spettatori) per l’ottavo volte di seguito.

La “cattedrale” catalana, però, è rimasta per lo più indifferente alla presenza di Auradou sul terreno. “Sono venuto con i miei amici a vedere vincere l’Usap, chi se ne frega”.esclama Léa, una studentessa di 22 anni, che “ha seguito la vicenda da lontano”.

Nessuna ostilità da parte del pubblico

“Finché si presume innocente, non vedo perché non potrebbe giocare ancora”.ritiene Robert, tifoso del Perpignan dal 1982. “Niente gli impedisce di fare il suo lavoro e il suo lavoro è giocare a rugby”.

Solo qualche provocazione ha accompagnato i giocatori del Pau al loro arrivo allo stadio, un’ora e mezza prima del fischio d’inizio. Quando è stata annunciata la composizione della squadra, non ci sono state reazioni ostili nemmeno da parte del pubblico.

È stato piuttosto dal lato mediatico che dovevamo cercare una certa eccitazione. Tanti i media nazionali presenti, con il 34% in più di richieste di accredito rispetto ad una partita “normale”.

Tutte le telecamere erano puntate su Auradou, quando scendeva dal pullman da Pau, durante il riscaldamento o quando entrava in campo. Ha dovuto aspettare poco più di nove minuti e un tocco netto a cinque metri dall’area di meta del catalano per poter toccare la sua prima palla. Ma anche in questo caso il pubblico di Aimé-Giral non ha mostrato nulla.

Vittima di crampi

Concentrata sui compiti difensivi, la seconda linea ha avuto una partita discreta, senza ondate. Ha giocato 74 minuti prima di soffrire di crampi e lasciare il posto a Thomas Jolmès. Qualche fischio all’uscita, ma non necessariamente rivolto a lui: l’Usap era ancora sotto prima di strappare la vittoria (11-10) grazie ad un rigore nei tempi di recupero.

“Era molto bravo, efficace come la scorsa stagione”ha commentato l’allenatore del Pau Sébastien Piqueronies. “Lo abbiamo trovato pieno di energia, molto attento ed efficace nel gioco aereo. Era sereno e determinato. L’accoglienza del pubblico non abbiamo avuto particolari timori”.

Interrogato dai media, Auradou non si è presentato alla conferenza stampa dopo l’incontro. È sul prato che preferisce parlare in attesa dell’esito della vicenda. Lui e la sua squadra non sono riusciti a impedire la vittoria dell’Usap, con un rigore all’80’.

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