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Griezmann, Pogba, Varane, Mbappé: parlano gli assenti – Internazionale – Francia

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Un favorito che se ne va, un altro (forse) che ritorna, un pensionato logorato e un modello debilitato. Ecco, in poche righe, il riassunto degli ultimi giorni offerto da Antoine Griezmann, Paul Pogba, Raphaël Varane e Kylian Mbappé. Ciascuno nella propria situazione, queste figure del calcio hanno infatti fatto notizia nonostante la loro assenza – temporanea o permanente – dalla squadra francese. Gli altri Blues sono stati molto presenti in campo nella Società delle Nazioni ma non hanno suscitato vero entusiasmo. Come il calcio nel suo insieme, il cui fervore popolare sta lentamente svanendo.

La Francia non ha più un favorito

Il primo ad entrare in scena, anzi ad uscirne, è stato Griezmann. Giunto ovviamente alla fine della sua avventura internazionale, il Mâconnais ha preferito annunciare il suo ritiro dalla selezione e concentrarsi sulle sue ottime dinamiche all’Atlético de Madrid. Abbastanza per privare la squadra francese del suo ultimo trequartista puro e il pubblico del suo beniamino. Nato agli occhi dei francesi nel 2016 durante gli Europei in casa, Griezmann ha incarnato il blues in stile Deschamps, misto a maestria tecnica e pragmatismo a volte noioso ma spesso salvifico. Prima dell’alimentazione forzata. Così, quando ha cominciato a soffiare il vento delle tensioni legate ad una fascia di capitano non assegnata, il numero 7 ha preferito ritirarsi. Al momento giusto, con il ritmo giusto. Divenuta un oggetto poco raccomandabile da guardare, questa squadra francese si ritrova ora privata dell’unico esteta rimasto della vecchia scuola (in attesa di Bradley Barcola?) e vede scavare sempre più il suo divario con la tifoseria – sempre meno fedele –.

L’illustrazione di questa passione in declino sul campo è continuata in linea con il caso “Grizou”. Con la furtiva apparizione mediatica di un altro veterano: Paul Pogba. In un piccolo tour promozionale del film 4 zeriLa Pioche è riemersa per manifestare la propria soddisfazione per la riduzione della sospensione per doping, da quattro anni a diciotto mesi. « A livello di maturità questo periodo mi ha fatto crescere. Nel giro di un anno e mezzo sono cresciuto, forse dieci anni! » ci ha spiegato. Parole che potrebbero quasi essere interpretate come una boccata d’aria fresca per gli appassionati di calcio. Perché sì, indipendentemente dal fatto che ne apprezziamo o meno la bontà juventinola speranza di voler toccare nuovamente la pelle è un piacere. Molto di più, in ogni caso, delle due settimane senza sapore offerte recentemente dalla sosta per le Nazionali.

Stufo e modello in difficoltà

L’insapore è proprio ciò che ha spinto Raphaël Varane a dire basta, punto. Stanco, ferito e sfinito, il difensore ha surfato su questo schema di rime per ritirarsi dallo sport. « Quando parlo di salute mentale non è per giocare di meno, per me è perché il calcio è in overdrive e la macchina si romperà »ha raccontato in La squadra quando spiega la sua scelta. Usura mentale, condizionata da sacrifici fisici diventati pesanti da sopportare e da un piacere quasi inesistente negli ultimi tempi, soprattutto nel gaming: « C’è molta meno creatività, meno geni sul campo. Tutto è robotizzato, c’è molta meno libertà”, maledisse la persona interessata. Chi può contraddirlo? Provenienti dalle parole di un campione di appena 31 anni, queste parole assumono un significato ancora più grande, e rendono chiaro che queste critiche globali non sono opera di vecchi reattori in una crisi nostalgica.

Infine, tra questi quattro destini, come non citare quello di Kylian Mbappé. Impantanato in una questione tanto delicata quanto vaga, l’attaccante del Real Madrid ha eclissato tutto negli ultimi giorni. A partire dalla Francia, ovviamente. L’immagine del modello giovanile, consolidata fin dai primi passi da professionista, è oggi indebolita, lontano dai prati. Va detto che dietro Mbappé, l’intero schema del calcio moderno sembra vacillare, a causa di ciò che incarna nella nascita di questo calcio 2.0, dove tutto è in lockdown (standardizzazione del gioco, comunicazione dei giocatori, calendari sovraccarichi). I campioni del mondo 2018, Griezmann, Pogba, Varane e Mbappé, avranno quindi, in meno di due settimane, raccontato quattro storie distinte e con un andamento simile: di calcio si parla solo attraverso i suoi effetti collaterali.

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