La riunione tra ASSE e OL si avvicina rapidamente. I Verdi si recheranno al Groupama Stadium questa domenica. Prima dell'incontro è intervenuta Jessy Moulin, ex portiere dei Verdi ed editorialista del Sainté Night Club.
Jessy Moulin (Ex-ASSE) : “Dal centro sportivo (integrato nel 1999), si sentiva il fervore degli allenatori che ci ripetevano l'importanza di questa partita. Era già una partita molto speciale tra i giovani. C'era più gente, più animosità. Queste partite erano già tese. Anche se lo era ad esempio contro La Duchère, contro l'OL eravamo comunque a un livello più alto.
I primi derby, non è che non abbiamo voglia di tornare, ma sappiamo che se dovessimo farlo sarà complicato. Giocare questo tipo di partite con stress ed entusiasmo ti fa crescere. E' vero che all'inizio vedevo i derby da fuori, poi poi da bordo campo. Assistere a questa particolare pressione mi ha fatto venir voglia di andarci io stesso.
Quando ho giocato questo primo derby (2017), per fortuna avevo già potuto giocare le partite. Ero nella band da molto tempo, avevo 31 anni. Ma non è stato facile, perché mi ci è voluto molto tempo per tornare a giocare in Ligue 1 dopo le mie prime partite nel 2012. Erano passati quattro anni e in più avevo preso un rosso a Lorient nella prima partita in cui riuscii. Stéphane Ruffier (infortunato)…”
OL – ASSE: L'hanno adorato
Jessy Moulin (Ex-ASSE) : “Nessuno è mai venuto da me a dirmi che è il derby, devi darti una mossa! Al contrario. La gente veniva a trovarmi e diceva: devi spostare tutti per il derby. Perché ho vissuto i derby ogni anno da quando avevo 13 anni. Ho avuto questo ruolo in un momento in cui c’erano tanti giocatori nuovi, soprattutto stranieri, quindi c’era una cultura da trasmettere.
La maggior parte dei giocatori sa già cos'è un derby prima di venire all'ASSE. Ce ne sono in tutti i paesi. Ma furono avvertiti dell'importanza che aveva a Saint-Etienne. Ai neofiti abbiamo detto: “vedrete”. La settimana della partita, i giocatori hanno capito tutto vedendo il numero di tifosi presenti all'allenamento per ricordare loro quanto sia speciale per loro questa partita. Ci hanno chiesto di tradurre per loro tutti i banner. Quindi furono subito nella vasca da bagno! A Robert Beric è piaciuto moltissimo! Era uno dei giocatori del derby. Si è infortunato durante il suo primo derby contro il Lione in una situazione molto tesa (contatto con Jordan Ferri).
Aspettava questa partita come se fosse uno Stéphanois di razza! Potresti sentirlo! Aveva delle cose da sistemare nel derby e ci è riuscito (marcatore decisivo nell'ottobre 2019).”
Gli allenatori prima del derby
Jessy Moulin (Ex-ASSE) : “Christophe Galtier prima del 100esimo derby? Innanzitutto sappiate che se i giocatori pensano al derby almeno due settimane prima, gli allenatori entrano in partita solo la settimana prima. Per loro è partita dopo partita. Quindi, Christophe Galtier non era lì a dirci ogni giorno che era il derby, poi ha lasciato che la pressione aumentasse man mano che la settimana andava avanti con sempre più tifosi. E il giorno della partita, ha avuto un discorso leggermente diverso dalle altre volte; le parole e l'intonazione erano diverse, in modo che i giocatori fossero ben consapevoli della posta in gioco, quindi non doveva fare altro stappare una bottiglia ben agitata. Il messaggio potrebbe essere quello di non farsi calpestare. Ha giocato sulle corde del cuore parlando delle nostre famiglie presenti allo stadio e dell'immagine della società da rispettare.
Funziona sempre, nessuno resta indifferente alle parole del proprio allenatore. Jean-Louis Gasset ha avuto un intervento molto incentrato sulle persone e sui valori. Lui e Galtier avrebbero cercato i giocatori nella loro autostima in modo che potessero superare se stessi. Questi allenatori potrebbero rivolgersi al collettivo così come a un giocatore specifico. È sempre gratificante avere una parola dall'allenatore. E motivante!”