“Nessuna aggressività, nessun coraggio” – Il tecnico del Southampton Martin afferma di non aver riconosciuto la sua squadra

“Nessuna aggressività, nessun coraggio” – Il tecnico del Southampton Martin afferma di non aver riconosciuto la sua squadra
“Nessuna aggressività, nessun coraggio” – Il tecnico del Southampton Martin afferma di non aver riconosciuto la sua squadra
-

L’allenatore del Southampton Russell Martin afferma di “non aver riconosciuto” la sua squadra nel primo tempo della sconfitta per 3-1 a Bournemouth, che li lascia al 19esimo posto nella classifica iniziale.

I gol di Evanilson, Dango Ouattara e Antoine Semenyo hanno portato la partita oltre i Saints prima dell’intervallo.

E mentre Martin – che ha fatto un triplo cambio durante l’intervallo – ha visto una prestazione migliorata nel secondo tempo e un gol di Taylor Harwood-Bellis, la sconfitta significa che il Southampton è ormai da 19 partite di Premier League senza vittorie.

“Sono così ferito dalla prestazione del primo tempo dopo il primo gol – non ho riconosciuto la nostra squadra”, ha detto a Sky Sports.

“Normalmente sono fiero di loro per il coraggio che dimostrano, ma non c’era aggressività, né coraggio, né intensità nel giocare. Erano in modalità di autoconservazione in campo e non riconoscevo il linguaggio del corpo.

“Non li riconoscevo e non mi piaceva per niente. Nel secondo tempo abbiamo dimostrato molta lotta e coraggio ma era troppo tardi. Tocca a me dare loro gli strumenti per recuperare da una battuta d’arresto, ma non abbiamo imparato dalla partita del Manchester United di due settimane fa e questo è un problema.

“Eravamo teneri. Se non corri e combatti, non stabilisci un contatto e non prendi le cose sul personale, allora sarà un problema”.

Il Southampton è sopra l’ultimo Wolves per differenza reti e affronterà Arsenal e Manchester City nelle prossime due trasferte.

“Non sono arrivato così lontano come giocatore o come allenatore solo sul talento, è una questione di mentalità e non l’ho trasmesso abbastanza ai giocatori”, ha aggiunto Martin.

“A metà tempo ho chiesto se potevano, per favore, dimostrare che volevano correre e lottare per noi come gruppo, per lo staff e l’uno per l’altro. Almeno lo hanno fatto, e questo richiede un po’ di coraggio, quindi li ringrazio per questo, ma non dovrei ringraziare la mia squadra per aver combattuto e corso”.

-

PREV Plouha. Tante attività per Ottobre Rosa
NEXT “Se non sei squadra non vinci”