Contagiosità, sintomi… il punto su “Eris”, la nuova variante del Covid-19 all’origine di una forte recrudescenza dei contagi
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Contagiosità, sintomi… il punto su “Eris”, la nuova variante del Covid-19 all’origine di una forte recrudescenza dei contagi

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Lui è sempre lì. Mentre il Covid-19 non fa più notizia, sta comparendo una nuova variante e sarebbe già all’origine di un aumento dei casi di contaminazione questa estate.

Una sottovariante di Omicron

Il ceppo EG.5, battezzato “Eris”, è già la maggioranza in Francia. Anche questa è una sottovariante di Omicron. È presente in circa il 35% delle analisipiù di ogni altra variante.

“In tutte le fasce di età e soprattutto negli adulti, stiamo assistendo a un aumento delle visite, in piccoli numeri, per sospetta infezione da Covid-19 (+26% o +149 visite)”, assicura Public Health France nel suo ultimo bollettino informativo, il 2 agosto.

Posta sotto sorveglianza dall’OMS, una nuova ondata in autunno?

Se l’emergenza sanitaria dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità fosse terminata lo scorso maggio, i numeri sono abbastanza preoccupanti che l’OMS metta sotto sorveglianza “Eris”.

Secondo Forbes, questa nuova variante è anche la causa di un forte aumento della contaminazione in Inghilterra e negli Stati Uniti.

“Potremmo dover affrontare una nuova ondata anticipata questo autunno, senza che sia necessariamente più consistente di quelle degli ultimi dodici mesi”, spiega il professor Antoine Flahault, citato dai nostri colleghi di TF1.

Quali sintomi e quale contagiosità?

Tra i sintomi più comuni a cui si fa riferimento ci sono: mal di gola, naso che cola, tosse secca, mal di testa, tosse umida, naso chiuso, voce rauca, starnuti, dolori muscolari e anche l’alterazione dell’odore. Nello specifico, i sintomi principali sono simili a quelli di Omicron. Tuttavia, mancanza di respiro e febbre non sono tra questi.

Sempre secondo il Prof. Flahault, “Eris sembra più trasmissibile delle varianti XBB” ma quello “non si associa ad alcuna particolare sintomatologia o virulenza”.

“Le persone a rischio di forme gravi sono ancora gli immunocompromessi e gli anziani molto anziani. Ad oggi non è stata segnalata alcuna fuga vaccinale neanche per quanto riguarda le forme gravi”, conclude.

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