Tokyo (awp/afp) – I mercati azionari asiatici hanno esitato martedì, sulla volatilità dei mercati sospesi dall’insediamento di Donald Trump, dopo aver perso terreno di fronte all’annuncio di un aumento dei dazi doganali degli Stati Uniti con i suoi vicini – prospettiva che ha causato la crisi canadese dollaro e peso messicano da svitare.
Tokyo all’erta, preoccupanti le tensioni commerciali
Alla Borsa di Tokyo, l’indice di punta Nikkei ha chiuso la mattinata in rialzo dello 0,13% a 38.951,77 punti, mentre l’indice più ampio Topix è sceso dello 0,07% a 2.709,32. punti. Intorno alle 03:00 GMT, la Borsa di Seul ha perso lo 0,21%.
Il mercato di Tokyo si era aperto inizialmente in netto progresso: “Diversi media hanno riferito che i decreti presidenziali firmati da Trump il primo giorno del suo mandato non dovrebbero includere nuove tariffe doganali”, il che ha mantenuto la speranza di un approccio commerciale più moderato del previsto, ha spiegato Kosuke Oka, del broker Monex Securities.
Ma questa tregua è stata di breve durata: Donald Trump, che al suo ritorno aveva brandito la minaccia di ingenti tasse doganali, ha dichiarato lunedì che intende imporre dazi doganali del 25% sui prodotti provenienti da Canada e Messico a partire dal 1° febbraio.
Questo annuncio ha portato la Borsa di Tokyo a invertire bruscamente la tendenza e a cancellare completamente i propri guadagni, in un mercato preoccupato per un inasprimento delle tensioni commerciali. A mezzogiorno il mercato stava cercando di stabilizzarsi attorno all’equilibrio.
“Fino a quando il quadro completo del contenuto (degli annunci di Trump) non sarà più chiaro, (…) il mercato potrebbe fluttuare considerevolmente a seconda delle politiche annunciate”, avvertono gli analisti di Tokai Tokyo Intelligence.
Il biglietto verde salta, il dollaro canadese e il peso messicano crollano
Il rafforzamento dei dazi doganali americani potrebbe alimentare le tensioni inflazionistiche negli Stati Uniti e quindi incoraggiare la Federal Reserve americana (Fed) a mantenere tassi di interesse elevati più a lungo, rendendo così il biglietto verde più redditizio.
Le dichiarazioni di Trump sui dazi doganali nei confronti del Canada e del Messico hanno quindi dato una spinta momentanea al biglietto verde martedì.
Intorno alle 3:00 il biglietto verde si è apprezzato dello 0,27% rispetto alla moneta unica europea, a 1,0387 dollari per euro. Dopo un breve rimbalzo, ha però perso lo 0,52% contro la valuta giapponese, a 154,81 yen per dollaro.
Le valute di Canada e Messico, che entro due settimane potrebbero essere il bersaglio di colossali barriere doganali con il loro principale partner commerciale, sono crollate dopo gli annunci di Donald Trump.
Intorno alle 03:00 GMT, il peso messicano ha perso lo 0,78% rispetto al dollaro, mentre il dollaro canadese ha perso lo 0,64%, scivolando a 1,4403 dollari canadesi per dollaro USA.
Bitcoin ha ripreso fiato dopo aver raggiunto un nuovo record lunedì, spinto dalla prospettiva di deregolamentazione del settore delle criptovalute durante il secondo mandato di Donald Trump. Il prezzo è sceso dello 0,11% a 102.374 dollari.
Immersione della Fuji TV, abbandonata dai suoi inserzionisti
Il gruppo giapponese Fuji Media ha chiuso la mattinata in ribasso del 2,71% a Tokyo.
Il suo canale Fuji TV è ora boicottato da una cinquantina di inserzionisti, tra cui grandi marchi come McDonald’s e Toyota, dopo le accuse di cattiva condotta sessuale nei confronti di una presentatrice di punta e le accuse di mancanza di trasparenza da parte del gruppo sulla questione.
Mercati azionari cinesi lacerati, ritornano con clamore di un promotore immobiliare indebitato
Hong Kong ha resistito: intorno alle 3:00 GMT, l’indice Hang Seng ha guadagnato lo 0,80% a 20.084,81 punti, mentre i mercati della Cina continentale sono apparsi appesantiti dalla prospettiva di nuovi stalli doganali sino-americani.
L’indice composito di Shanghai ha perso lo 0,32%, quello di Shenzhen lo 0,47%.
Il colosso immobiliare cinese Country Garden balza del 25% alla Borsa di Hong Kong dove stava tornando, dopo nove mesi di sospensione a causa delle gravi difficoltà finanziarie. Ha detto che era vicino a raggiungere un accordo con i suoi creditori e che la sentenza del giudice di Hong Kong nei suoi confronti è stata rinviata fino a maggio.
La prospettiva di un’offerta abbondante penalizza il petrolio
Intorno alle 03:00 GMT, il barile di Brent del Mare del Nord è rimasto pressoché stabile (+0,01% a 80,16 dollari).
Sui prezzi pesa la prospettiva di un aumento dell’offerta di oro nero negli Stati Uniti: Donald Trump ha annunciato che decreterà lo stato nazionale di “emergenza energetica” e annullerà alcune misure climatiche, in particolare per rilanciare l’estrazione petrolifera .
afp/jh
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