La decisione dei socialisti di non censurare François Bayrou allontana lo spettro di elezioni presidenziali anticipate e lascia la possibilità a un candidato riformista di vincere nel 2027.
Pubblicato il 20/01/2025 07:56
Aggiornato il 20/01/2025 07:56
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La decisione dei socialisti di non censurare François Bayrou giovedì 16 gennaio potrebbe cambiare in modo permanente la situazione politica. In primo luogo perché il Ps si pone al centro della scena politica, come interlocutore esigente del governo. All’opposizione, ma pronto a trattare per strappargli concessioni. Poi perché i socialisti si sono liberati dal controllo della LFI. Jean-Luc Mélenchon ha annunciato con forza la caduta di François Bayrou. Ora prevede quello di Emmanuel Macron.
Il ribelle si è bloccato in un vicolo cieco strategico. Non offre altra via d’uscita se non il blocco del Paese e il caos istituzionale. UN “La signora Irma le cui profezie non si avverano mai”, ride François Hollande. In sostanza, l’emancipazione del PS allenta la morsa in cui è chiuso il dibattito politico dal 2022, e ancor più dalle elezioni legislative dello scorso luglio.
Molti prevedevano come unico orizzonte presidenziale, soprattutto in caso di elezioni anticipate, un duello mortale tra Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon. Il leader dell’estrema destra è l’altro grande sconfitto nella nuova situazione politica. Se François Bayrou continuerà la stessa discussione sul bilancio con il PS, senza perdere il sostegno del centro e della destra, allora la RN non servirà più a nulla.
Se le concessioni del primo ministro saranno all’altezza, il PS non avrà motivo di censurare il governo sul bilancio. Che interesse avrebbero i socialisti a ritornare timidamente, a capo chino, nella sede della PFN per prendersi una batosta da Jean-Luc Mélenchon? Per essere efficace, la strategia del PS deve essere sostenibile. In effetti, come ha capito Édouard Philippe, che domenica 19 gennaio ha ribadito che si sarebbe effettivamente candidato alle prossime elezioni presidenziali, superando la trappola della censura, François Bayrou comincia a ridisegnare i contorni dell’era post-Macron. Da destra, da sinistra o dal centro diventa ancora una volta possibile che la successione del capo dello Stato sia riformista e non estremista.
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