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sulle tracce di un raid della Croce Rossa, a Mende

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Mentre il freddo sembra essere arrivato, la Croce Rossa ha accelerato il ritmo dei suoi saccheggi. Ne abbiamo seguito uno, questo mercoledì 15 gennaio 2025.

Mercoledì 15 gennaio, alle 20 Nel parcheggio della Croce Rossa di Mende, una squadra di quattro volontari prepara l’attrezzatura per il saccheggio. Con il baule carico di bevande calde e sacchi a pelo, i volontari si mettono alla ricerca dei senzatetto. Da diversi giorni la prefettura ha infatti attivato il Piano Freddo Estremo. Il giorno prima a Grandrieu la temperatura era scesa a -14°C.

Il nostro ruolo principale è discutere con le persone, scoprire se hanno bisogno di cure e cibo ed essere empatici.“, spiega Jacques Dourau, responsabile dei saccheggi a Mende. “Ci permette di mantenere una connessione sociale, specifica Christine, una delle volontarie. Questo è innanzitutto e soprattutto.”

Sistemazione a La Traverse

Prima tappa a La Traverse, che gestisce sia l’accoglienza diurna che quella notturna. “Ci dicono dove possiamo trovare le persone e, a seconda dei casi, dove possiamo portarle.

Quella sera un uomo era appena uscito dal centro di accoglienza. I volontari lo incontrano qualche centinaio di metri più avanti, zoppicante, con una stampella in una mano e una borsa della spesa nell’altra. L’uomo dice di essere stato aggredito e si rifiuta di tornare al centro. Una versione un po’ distorta della realtà: La Traverse ha riferito che l’uomo ubriaco ha litigato e ha fatto commenti razzisti e antisemiti.

Pazienza inesauribile

Non importa, la Croce Rossa non può lasciarlo solo al freddo senza offrirgli un alloggio. “Ma dove dormirai? Sai che l’unica risorsa è 115 e 115 è la Traversata“, esordisce Cristina. Non si tratta di un suo ritorno lì: “Non lì.” Gli offre un sacco a pelo. Un altro rifiuto. Alla fine accetta un caffè e inizia a dialogare.

Georgette gli offre dello zucchero. Sul volto dell’uomo appare un sorriso: “Mi rispetti.«Dopo qualche minuto di discussione, ha lasciato che i volontari chiamassero il 115. Niente da fare quella sera, non c’era più posto, né a La Traverse, né in una stanza d’albergo. Il centro La struttura però è disposta ad accoglierlo nella sala comune. L’uomo impreca, poi si dimette.

Il dialogo soprattutto

L’auto della Croce Rossa si dirige poi verso la stazione degli autobus. Christine bussa alla porta del bagno. Esce un uomo abbastanza alticcio, tutto sorridente: “Oh, è la Croce Rossa !“Christine gli chiede se ha guanti, vestiti caldi, calzini buoni.”Tutto quello che ho è su di me.“L’uomo ha difficoltà ad articolare, ma vuole chiacchierare. Parla della sua vita per strada,”per dieci o quindici anni“, evoca ricordi di Clermont-Ferrand.

Un altro uomo esce dall’ombra. “È mio amico, è ancora più nei guai di me.” Uno prende un caffè, l’altro una zuppa calda. Ma non vogliono chiamare il 115. Inutile insistere. Anche questa notte dormiranno riparati nei bagni pubblici. “Non possiamo immaginare nella Lozère di poterci ritrovare così. Eppure sì. Ogni anno ce ne sono sempre di più“, si rammarica Jacques Dourau.

Georgette, Jacques e Chantal sono felici di donare un po’ del loro tempo per aiutare i più bisognosi.
Midi Libre – Manon Baffie

Sotto i ponti

Sono ormai le 21. I volontari si recano sulle rive del Lot. In estate, a volte, la gente dorme sulle rive, vicino al ponte Notre-Dame. Fortunatamente non c’è nessuno. I volontari controllano che nessuno stia dormendo nel loro veicolo. “A volte c’è un signore e il suo cane.” Non quella notte.

La squadra della Croce Rossa prosegue il suo percorso verso il parco Pierre-Couderc. Il termometro segna 3°C. “Solo pochi giorni fa un uomo dormiva in una tenda sotto il ponte. Era convinto di accettare un alloggio. Ma a volte ritornano.“I volontari sorridono: lui non c’è”.Guarda, sta smistando“, si stupisce Christine che ha appena notato i barattoli di vetro messi da parte con cura. “E per di più buttò via le lattine di birra“, aggiunge Chantal.

L’associazione cerca volontari

Nella Lozère come altrove, la Croce Rossa ha un grande bisogno di volontari. L’impegno all’interno dell’associazione si basa su sette valori: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità. Jacques Dourau aggiunge benevolenza e discrezione. “Siamo al servizio degli altri. Nessun giudizio viene espresso sulle persone, anche se sono drogate o alcolizzate.. Ci chiediamo cosa possiamo fare per loro e li indirizziamo verso un luogo dove possano sentirsi al sicuro..”

L’associazione chiede ai soci un po’ di disponibilità e soprattutto tanta buona volontà. Oltre alle pattuglie, la Croce Rossa cerca anche volontari per gestire il vestiboutique o per distribuire cibo agli studenti. “Non esitate a venire a bussare alla nostra porta.

Croce Rossa della Lozère: 18 boulevard Henri-Bourrillon, a Mende, 04 66 32 51 06.

Unità Mende: 14 avenue Maréchal-Foch, a Mende, 04 66 49 12 04.

“Non è molto, ma lo facciamo con il cuore buono”

La squadra della Croce Rossa fa un’altra fermata vicino alla rotonda di Mendozère. Torcia alla mano, i suoi membri vanno a ispezionare una cavità sotto una scala. “Siamo stati informati di un’occupazione abusiva, ma non riusciamo a scoprire chi abita lì.” La presenza di un materasso non è un errore. Ma quella sera, anche questa volta, non si presenterà nessuno.

Sono quasi le 22 quando i volontari si dirigono in centro per l’ultima tappa. Lasciano il veicolo per pattugliare a piedi. Il tour non dura per sempre: non c’è un gatto nei vicoli della prefettura della Lozère. I volontari tornano con un sentimento di realizzazione. “Quello che facciamo non è molto, ma lo facciamo con buon cuore.”

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