L’obiettivo di questo incendio, realizzato a metà gennaio dal Servizio dipartimentale dei vigili del fuoco e di salvataggio (SDIS) dell’Aude, è quello di ripulire 3 ettari di foresta dai cespugli e dagli arbusti in eccesso prima del ritorno del forte caldo estivo, in questa zona colpita per diversi anni da una prolungata siccità.
“La questione principale è la lotta contro gli incendi boschivi, quindi la riduzione delle scorte di combustibile durante l’inverno in modo che non venga utilizzato per alimentare gli incendi estivi”, spiega all’AFP Jean-Paul Baylac, capo dei vigili del fuoco boschivi dello SDIS.
Su un terreno più libero, l’incendio perderà intensità e si diffonderà meno rapidamente, il che dovrebbe contribuire a evitare di “mettere a repentaglio la sopravvivenza degli alberi”, aggiunge.
– Obiettivo 500 ettari –
I vigili del fuoco dell’Aude realizzeranno incendi di questo tipo durante tutto l’inverno, con l’obiettivo di preparare 500 ettari per l’estate. Un obiettivo ambizioso, precisa Jean-Paul Baylac, secondo il quale i risultati annuali si aggirano generalmente tra i 300 ei 400 ettari.
Appiccare fuochi per evitare gli incendi può sembrare contraddittorio, ma è una parte essenziale dell’arsenale antincendio dei vigili del fuoco, soprattutto nelle zone dove, come nell’Aude, le viti stanno gradualmente scomparendo a causa delle ricorrenti siccità. .
La parte orientale di questo dipartimento del sud della Francia, come il vicino dipartimento a sud dei Pirenei Orientali, soffre infatti dal 2022 di una prolungata siccità che ha danneggiato il settore vitivinicolo.
Se l’incendio oggi avviene in un sottobosco, altri, altrettanto importanti, riguardano quindi “ex zone vitivinicole poco a poco inglobate nel deserto e sulle quali si vuole mantenere la possibilità di lotta” contro gli incendi del stagione estiva, spiega il signor Baylac.
– 100 volte meno forte che in estate –
Effettuare questi incendi in inverno presenta diversi vantaggi: le temperature, ovviamente più basse rispetto al resto dell’anno, ma anche la maggiore umidità atmosferica. Le fiamme sono quindi 100 volte meno potenti di quelle degli incendi estivi, secondo il responsabile della SDIS.
Questa pratica non è tuttavia priva di rischi, sottolinea Jean-Paul Baylac. Bisogna quindi “sfruttare il vento e la pendenza per rallentare la progressione dell’incendio e limitarne la potenza”, per evitare di bruciare zone che non dovrebbero essere bruciate, o di “danneggiare gli alberi che vogliamo proteggere”, ha spiegato. .
Accade quindi che un progetto venga annullato all’ultimo momento, soprattutto se le raffiche di vento superano i 50 km/h.
Fortunatamente quello di Bages ha potuto essere mantenuto. E ai vigili del fuoco si sono uniti anche alcuni volontari dei comitati comunali antincendio boschivi dei comuni limitrofi, che d’estate pattugliano il proprio territorio.
Perché, spiega Baylac, questi progetti permettono anche di formare e “rafforzare” questi volontari in situazioni certamente reali, ma “su piccola scala e a bassa intensità”.
Related News :