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un contesto familiare al centro dell’indagine sull’assassinio di Jean-Christophe Mocchi

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IOha sempre detto che non era un delinquente. Non voleva nascondersi o lasciare la Corsica. Non voleva far vedere che aveva paura.” Quelli vicini a Jean-Christophe Mocchi sono unanimi sullo stato d’animo in cui quest’ultimo si è trovato nel corso dell’anno 2022.

Tuttavia, tra giugno 2021 e giugno 2022, questo imprenditore, giudice consolare presso il tribunale commerciale di Ajaccio, è stato bersaglio di numerosi atti criminali fino al suo assassinio il 24 giugno 2022 a Propriano. Suo padre, Émile Mocchi, è stato sindaco di questo comune dal 1971 al 2001 e la sua famiglia, in senso lato, è comodamente ancorata nella regione del Sartenais-Valinco dove è ben radicata.

Le prime intimidazioni contro Jean-Christophe Mocchi hanno preso di mira i suoi beni. La torre genovese Micalona di sua proprietà, eretta dapprima a picco sul mare nel comune di Olmeto, è stata bersaglio di un incendio doloso nel febbraio 2019. Poi, nel giugno 2021, due delle sue attività hanno subito danni: il negozio Gedimat a Sartène e il suo agenzia immobiliare a Propriano. Questi atti dolosi sono oggetto di indagini separate che, ad oggi, non sono state risolte giudizialmente.

Una lettera scritta a mano dalla vittima indirizza gli investigatori

Sempre nel 2021, Jean-Christophe Mocchi è stato preso di mira da un tentato omicidio l’8 ottobre a Olmeto, mentre tornava a casa sul manubrio di uno scooter. Gravemente ferito, è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Ajaccio. Viene aperta un’indagine dalla procura di Ajaccian.

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