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i pediatri temono un accesso limitato a Beyfortus per i più vulnerabili

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Un medico sta per iniettare una dose di Beyfortus a un bambino, all’ospedale Antoine-Béclère di Clamart (Hauts-de-Seine), il 22 settembre 2023. LAURENCE GEAI / MYOP PER “IL MONDO”

Con un ritardo di qualche settimana rispetto agli anni precedenti, l’epidemia di bronchiolite è ormai ben radicata nel territorio, con sette regioni colpite nella Francia metropolitana, ma anche nelle Antille e nella Guyana. Dal 18 al 24 novembre, la malattia ha colpito il 13,7% delle visite al pronto soccorso, il 27,2% dei ricoveri ospedalieri e il 32,9% dei ricoveri in unità di terapia intensiva tra i bambini sotto i 2 anni, secondo un bollettino della sanità pubblica francese pubblicato mercoledì 27 novembre. I pediatri sono preoccupati per le difficoltà di accesso ad uno dei due trattamenti preventivi contro questa infezione dei bronchioli, le ramificazioni finali dei bronchi, particolarmente pericolosa per neonati e bambini fino a 2 anni.

Durante la stagione invernale 2023-2024, quasi 245.000 dosi di nirsevimab, un anticorpo monoclonale commercializzato da Sanofi con il nome Beyfortus, sono state distribuite gratuitamente in Francia, principalmente negli ospedali di maternità. Il governo aveva infatti deciso di costituire un fondo statale e di finanziare, senza costi anticipati, questa innovazione terapeutica, la prima a poter essere utilizzata su larga scala contro la bronchiolite infantile. Si tratta di anticorpi sintetici iniettati direttamente nel bambino, che gli permettono di combattere il virus respiratorio sinciziale (RSV), causa della maggior parte delle bronchioliti. Due grandi studi (Melody e Harmonie) hanno dimostrato una riduzione del rischio di ricovero ospedaliero dal 62% all’83% grazie a questa immunizzazione passiva.

Ma nel 2024 l’assicurazione sanitaria rimborserà Beyfortus solo fino al 30%, spetta ai genitori assicurarsi che la loro mutua rimborsi l’intero prodotto, sperando di non dover anticipare il resto nientemeno che 281,26 euro.

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Certamente i genitori che richiederanno l’iniezione per il neonato direttamente durante la visita al reparto maternità non dovranno pagare 1 centesimo. Una volta dimessi dall’ospedale, anche la maggior parte degli assicurati che hanno aderito alla mutua, cioè il 96% della popolazione, non dovranno anticipare questa somma così elevata. Tuttavia, diverse società di pediatria, tra cui la Società francese di pediatria (SFP) e l’Associazione francese di pediatria ambulatoriale, hanno pubblicato un comunicato stampa il 20 novembre, affermando di temere che questo basso rimborso “non penalizzare le famiglie più modeste”.

Il servizio medico reso è considerato “moderato”

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