La 15a edizione del rapporto annuale Studi e Ricerche 2023-2024 fa luce sui 98 progetti realizzati dai gruppi di ricerca nel 2024, ovvero 83 studi in fase di sviluppo e 15 studi completati alla fine del 2023.
Organizzati attorno a quattro programmi volti a creare conoscenze utili alla prevenzione dei rischi biologici, chimici, fisici e meccanici, o legati all’organizzazione e alle situazioni lavorative, gli studi e le ricerche rappresentano il 45% dell’attività dell’INRS. Fanno parte di un continuum che si basa sulla creazione di nuova conoscenza scientifica e tecnica e sul suo trasferimento alle imprese, sotto forma di approcci, metodi e strumenti.
Effettuato all’interno di 6 dipartimenti e 21 laboratori di ricerca specializzatiil lavoro delle équipe dell’INRS tiene conto di due dimensioni:
- agire sui rischi identificati ma ancora molto presenti negli ambienti professionali, con sviluppi in termini di esposizione o di processi, come l’implementazione di nuove sostanze chimiche,
- anticipare i pericoli in modo da tenerne conto con sufficiente anticipo, come è avvenuto con l’avvento della robotica o con lo sviluppo di dispositivi di assistenza fisica.
Il presente documento si propone di rendicontare, in particolare alla comunità scientifica (omologhi, enti, enti di ricerca partner, laboratori universitari, ecc.) il lavoro svolto da 250 ricercatori, ingegneri, medici, tecnici, psicologi, chimici, tossicologi, ergonomi, ecc. al servizio della salute e sicurezza sul lavoro.
Alcune cifreDue terzi del lavoro è svolto in collaborazione con almeno un gruppo di ricerca (CNRS, Inserm, laboratori universitari, ecc.), ovvero 106 collaborazioni nel 2024. Su 98 studi del programma 2023-2024, 22 gli studi sono stati oggetto di una tesi. Nel 2023, 96 sono stati pubblicati articoli tra cui 46 su riviste internazionali peer-reviewed. 152 le comunicazioni sono state presentate durante convegni o simposi nazionali e internazionali nel 2023. Lo sviluppo tecnologico si traduce attualmente in una decina di contratti di partenariato per l’industrializzazione o la commercializzazione delle innovazioni risultanti dalla ricerca. |
Studi completati nel 2024
“Questo rapporto presenta risultati particolarmente interessanti che scoprirete leggendolo. Non è possibile elencarli tutti. Mi sembra interessante evidenziare quattro esempi tra gli studi realizzati per illustrare la varietà di metodologie e temi trattati dall’INRS”, indica Louis Laurent, direttore degli studi e delle ricerche dell’INRS.
Mantenere i dipendenti senior al lavoro e prevenire situazioni di abbandono del lavoro
Questo studio, condotto in collaborazione con due servizi di prevenzione e salute sul lavoro (SPST) e il Centro di ricerca sull’esperienza, l’età e le popolazioni al lavoro (CREAPT), si è concentrato sulla prevenzione delle situazioni di abbandono lavorativo dei dipendenti senior. Si basa sui dati di un’indagine riguardante oltre 20.000 dipendenti e su una serie di interviste biografiche. Questo studio ha permesso di identificare una serie di fattori predittivi dell’abbandono. Questi risultati sono destinati ad essere trasmessi in via prioritaria al SPST per sensibilizzarlo e fornire loro vie d’azione per prevenire la disintegrazione professionale.
Lavoro a turni con lavoro notturno e raccomandazioni di prevenzione: analisi procedurale dell’attuazione del cambio di orario e/o delle pause riparative notturne
Questo studio si è concentrato sull’implementazione dei microsonnellini sul lavoro come mezzo per alleviare l’affaticamento dei lavoratori notturni/turni. Si è iniziato con un’analisi della letteratura che affronta diverse finalità (salute, vigilanza, performance). Poi si è trattato di seguire quattro progetti per allestire spazi “micro-nap”. Questo lavoro ha permesso di far luce su tutti gli aspetti di questa pratica e di trarre diversi insegnamenti, in particolare sulla pluralità delle pratiche e sulla necessità di tenere conto sia delle esigenze specifiche del personale che del contesto culturale, sociale e organizzativo di tutto il progetto di attuazione.
Partenariato europeo per la valutazione dei rischi legati alle sostanze chimiche (programma Parco/Commissione Europea)
Lo studio mirava a importare nella medicina del lavoro l’approccio metabolomico utilizzato in particolare nella salute ambientale. Questo lavoro fa parte del progetto europeo su larga scala intitolato Parc (Partenariato europeo per la valutazione del rischio delle sostanze chimiche). Si trattava di un’analisi non mirata che elaborava migliaia di molecole in parallelo, per cercare i contaminanti a cui è esposto il dipendente e i biomarcatori degli effetti biologici. Il metodo è stato sviluppato e validato. Apre la strada a nuove prospettive per valutare le esposizioni o anche le poliesposizioni in modo non mirato, in particolare per settore. Inizialmente sarà utilizzato nel settore dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Compatibilità elettromagnetica dei dispositivi medici impiantabili attivi sul posto di lavoro
Il quarto esempio riguarda i rischi a cui va incontro un portatore di pacemaker presso la propria postazione di lavoro in presenza di campi elettromagnetici. È stato realizzato un banco prova in grado di generare campi elettromagnetici dello stesso tipo di quelli presenti in un ambiente professionale. Lì sono stati posizionati i pacemaker, in un ambiente che simulava i tessuti attorno al cuore. Questo lavoro è stato integrato dalla modellazione. Ha permesso di comprendere i meccanismi d’azione e di specificare i parametri che influenzano il rischio di interruzione del funzionamento dei pacemaker: ampiezza, frequenza, impostazione del pacemaker, tipo di elettrodo. Si stanno sviluppando messaggi di prevenzione.
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