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Dai passi del Nastro Rosa alla fotobiomodulazione all’Ospedale Universitario di Guadalupa

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Sono stati i fondi raccolti durante la cerimonia del nastro rosa, celebrati il ​​3 ottobre, che hanno permesso al Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia del Centro Genitore-Infantile dell’Ospedale Universitario di Guadalupa di acquisire un simile dispositivo. Permette, attraverso la tecnologia della fotobiomodulazione, di migliorare la guarigione delle ferite, in particolare durante gli interventi chirurgici postoperatori. Un notevole passo avanti per l’Azienda Ospedaliera Universitaria che può mettere a disposizione dei propri pazienti una tecnica il cui costo è più elevato nel settore privato.

FJO. con il cap


Pubblicato il 26 novembre 2024 alle 10:00,
aggiornato il 26 novembre 2024 alle 10:05

Innanzitutto devi sapere che la fotobiomodulazione è considerata oggi un bene prezioso in oncologia. Terapia Laser/LED a bassa energia, viene utilizzata per le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Una tecnica innovativa, non invasiva e non dolorosa che favorisce la tolleranza ai trattamenti chemioterapici e radioterapici.

Per comprendere appieno questo progresso tecnico offerto dall’Ospedale Universitario della Guadalupa ai suoi pazienti, è necessario capire cos’è la fotobiomodulazione. Il sito Wikipedia lo definisce così:

La fotobiomodulazione (a volte chiamata terapia laser a bassa energia (LLLT)) è il processo mediante il quale i cromofori assorbono selettivamente lunghezze d’onda a bassa energia e generano fenomeni di segnalazione cellulare all’origine delle principali sintesi biologiche. La Fotobiomodulazione (PBM) ha un’azione sul metabolismo cellulare dei nostri tessuti paragonabile alla fotosintesi delle cellule vegetali. L’energia luminosa viene trasferita ai diversi organi delle nostre cellule per stimolare le funzioni metaboliche che producono numerosi effetti clinici notevoli come effetti analgesici e antinfiammatori o effetti curativi. Grazie alle sue proprietà stimolanti confermate negli ultimi tre decenni da numerosi studi, il PBM si è oggi diffuso in molti ambiti della medicina, come l’endocrinologia, la neurochirurgia, la dermatologia e l’odontoiatria in particolare. Questo tipo di fototerapia comprende un’ampia gamma di sorgenti luminose non ionizzanti come laser, LED e luce visibile a banda larga nello spettro visibile e nel vicino infrarosso a dosi non termiche.

Wikipedia

https://fr.wikipedia.org/wiki/Photobiomodulation

Originariamente, ILfotobiomodulazioneè una tecnica testata e approvata dagli astronauti della NASA : utilizzato per compensare problemi legati all’assenza di gravità, ilemissione di fotoni si è rivelato realepotenziatore della rigenerazione cellulare.

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Il dispositivo di fotobiomodulazione durante il suo funzionamento presso l’Ospedale Universitario di Guadalupa

©Christian Danquin – Guadalupa 1a

Infatti, è proprio la fototerapia LED ad essere utilizzata nel reparto di Ginecologia-Ostetricia del Centro Genitori-Figli dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Installato lo scorso febbraio, il dispositivo ha già permesso di curare più di cinquanta pazienti. Pazienti che spesso devono completare tra le 8 e le 10 sedute. Va inoltre aggiunto che attualmente non sono stati registrati effetti collaterali dopo l’utilizzo di questoquesto metodo. In ogni caso, ha dato risultati clinici comprovati in indicazioni che non hanno beneficiato di nessun’altra alternativa terapeutica.

©Guadalupa

38.000 euro raccolti dalle operazioni dei Lions Club, in particolare grazie alle iniziative del Nastro Rosa. L’apparecchio è stato offerto a febbraio da un fornitore che lo avrebbe ritirato se il servizio non fosse stato in grado di finanziarlo.

©Guadalupa

Per vostra informazione, sappiate che questa tecnologia è stata offerta da tempo da studi privati ​​in Guadalupa. Tuttavia ogni seduta costa 50€ per i pazienti che la utilizzano.
Grazie a questa acquisizione da parte dell’Ospedale Universitario, la fotobiomodulazione può ora essere offerta a tutti i pazienti.


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