L’infezione da Mpox, precedentemente chiamata vaiolo delle scimmie, si presenta con febbre ed eruzione cutanea. Può assumere forme gravi nei pazienti fragili. Tre persone sono state recentemente infettate a Reunion, tutte sono state curate.
Tre casi di infezione dal virus Mpox, a lungo chiamato vaiolo delle scimmie, sono stati confermati nelle ultime due settimane a Reunion, ha comunicato l’Agenzia regionale della sanità (ARS).
Nessuna indicazione è stata data sullo stato di salute delle persone contagiate né sull’origine delle contaminazioni, nel comunicato stampa diffuso venerdì 21 giugno.
“I pazienti e i loro contatti sono stati presi in carico” ed è stata avviata un’indagine epidemiologica, ha precisato l’ARS.
Casi “di contatto” invitati a vaccinarsi
I casi “di contatto” sono stati incoraggiati a vaccinarsi il prima possibile e a monitorare “qualsiasi comparsa di sintomi suggestivi”, ha insistito l’agenzia sanitaria.
Gli ultimi due casi confermati di Mpox alla Riunione risalgono a settembre e ottobre 2022. Il primo era un uomo di ritorno dalla Francia “dove molto probabilmente ha contratto l’infezione”, ha precisato l’ARS.
Per la seconda persona la contaminazione è avvenuta su un’isola nell’Oceano Indiano. I due pazienti non presentavano segni di gravità, secondo l’Ars.
Febbre, eruzione cutanea, ecc.
La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto prolungato e diretto con una persona infetta, nonché indirettamente attraverso oggetti che il paziente ha contaminato.
I primi sintomi, in particolare febbre ed eruzioni cutanee, si manifestano dopo un periodo di incubazione compreso tra 5 e 21 giorni. La persona è contagiosa dalla comparsa dei primi sintomi e fino alla completa guarigione delle lesioni cutanee.
“Alcune persone rischiano di sviluppare forme gravi, in particolare le persone immunocompromesse, le donne incinte e i bambini piccoli”, sottolinea l’Ars.
La malattia di Mpox colpisce soprattutto i bambini nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
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