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MORBO DI PARKINSON: La parte posteriore dell’occhio per diagnosticarla?

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La malattia di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer e oggi colpisce più di 5 milioni di persone in tutto il mondo. Sebbene sia caratterizzata principalmente da disturbi del movimento, i suoi effetti sul cervello e sul corpo sono molto più ampi e possono includere problemi alla vista, demenza, problemi del sonno e intestinali.

Uno degli autori principali, il dottor Ching-Hwa Sung, esperto di ricerca sulle cellule staminali, biologia e oftalmologia presso la Weill Cornell Medicine, spiega che gli esperimenti condotti su questo modello animale unico alla fine rivelano che la rimozione di un componente chiave coinvolto nel trasporto delle proteine ​​nei bastoncini fotosensibili porta a accumulo retinico di aggregati di alfa-sinucleinaquesto accumulo tossico è stato riscontrato in pazienti con malattia di Parkinson.

Lo studio per primi hanno consentito lo sviluppo di questi modelli unici di morbo di Parkinson, topi privi di una proteina, VPS35, solo nei bastoncelli, i principali neuroni sensibili alla luce della retina. È noto che VPS35 aiuta le cellule a trasportare le molecole alle destinazioni corrispondenti, compreso l’invio di proteine ​​anomale per la degradazione. Una mutazione nel gene VPS35 è stata associata a una forma familiare di malattia di Parkinson. Le osservazioni di questo modello rivelano che:

  • anche nei topi giovani, i bastoncelli privi di VPS35 perdono rapidamente le loro sinapsi – punti di connessione con altri neuroni – portando a un deficit visivo simile a quello osservato nei pazienti con malattia di Parkinson;
  • si formano aggregati di alfa-sinucleina – la proteina tossica che si accumula nella malattia di Parkinson – e, alla fine, quando i bastoncini colpiti iniziano a morire, le retine di topo sviluppano grandi inclusioni simili ai corpi di Lewy, o aggregati di alfa-sinucleina;
  • Si osservano anche interazioni di VPS35 con altre proteine ​​e rivelano che VPS35 funziona non solo rimuovendo l’alfa-sinucleina aggregata, ma anche prevenendone l’aggregazione.

L’assenza o l’eliminazione della proteina VPS35 induce quindi potenti effetti “simil-Parkinson”.. I vantaggi del nuovo modello includono lo sviluppo ultrarapido del processo patologico, che può anche consentire di comprendere questo processo più rapidamente e di identificare nuovi marcatori o nuovi bersagli terapeutici.

Una nuova possibile strategia di rilevamento, tramite l’analisi del fondo dell’occhio : in questi topi modello, di 3 mesi di età e con bastoncelli privi di VPS35, un dispositivo oftalmologico standard chiamato fundoscopio consente di osservare, nella parte posteriore dell’occhio, punti luminosi associati ad aggregati di alfa-sinucleina. È già pianificato uno studio clinico per questo nuovo approccio di screening.

In definitiva, quello che ci viene consegnato qui è un nuovo modello per studiare la malattia ma anche uno strumento diagnostico promettente.

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