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un nuovo attore locale nel settore sanitario

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Questo medico di medicina generale, co-direttore di una casa di cura nel Pays de Nay, presiede il CPTS. È stato quindi uno dei tre firmatari di un accordo interprofessionale convenzionale (per 5 anni), con l’agenzia sanitaria regionale e il CPAM, rappresentato da Bénérice Galey in attesa dell’arrivo questo lunedì della nuova direttrice dipartimentale , Véronique Toulouse (ex CPAM della Corrèze).

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Cancro al seno: diagnosi e trattamento ottimizzati utilizzando l’intelligenza artificiale

Il cancro al seno, con oltre 60.000 nuovi casi ogni anno in Francia, è il principale tumore femminile ed è ancora responsabile di circa 12.000 decessi all’anno. “Le immagini di radiologia, medicina nucleare, patologia digitale e dati multi-omici (genomica, trascrittomica, metabolomica) consentono di creare modelli basati su strumenti di intelligenza artificiale. Grazie ai team dell’École des Mines de Paris e dell’Institut Curie, l’Institut des Cancers des Femmes si posiziona come attore leader in Francia nell’uso dell’IA in oncologia”, ha dichiarato recentemente la professoressa Anne Vincent-Salomon, patologa e direttore dell’Istituto nel corso di una conferenza stampa.

Al di là dell’aspetto molto formale, questa contrattualizzazione attorno ad un progetto medico condiviso, chiamato “esercizio coordinato”, non è neutrale.

Sulla base di un “impegno volontario”, coinvolge ben 600 professionisti, 42 strutture sanitarie e “copre” un territorio dove vivono quasi 85.000 persone in 116 comuni. Ovvero il 21,5% della popolazione bernese!

In questo territorio, che va da Lembeye a Louvie-Juzon, passando per Morlaàs, Pontacq, ecc., la popolazione dei pazienti (52% donne) ha in media 44 anni, di cui il 28% anziani.

È anche utile sapere che esistono altri 4 CPTS a Béarn e Soule, tre dei quali sono ancora in fase di progetto.

Pensieri lunghi

Dopo “lunghi mesi di riflessione”, e al fine di “fornire la risposta collettiva più adeguata possibile”, le comunità professionali di questo tipo mirano, come abbiamo detto, a concentrare i loro sforzi comuni su un progetto sanitario.

Concretamente, e in particolare attraverso presidi e centri sanitari territoriali, o anche équipe assistenziali specializzate, si tratta, ad esempio, di “snellire il percorso del paziente, migliorando la qualità delle cure”, si potrebbe sentire.

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Sono state individuate diverse strade di lavoro per queste strutture, che in realtà sono nate a partire dal 2016 a livello nazionale, ma sono realmente operative solo da 4 anni.

Si segnala – ma non è esaustivo – la volontà “di favorire l’accesso al medico curante”, l’organizzazione “del collegamento città/ospedale”, la “prevenzione dell’obesità e il miglioramento delle coperture vaccinali”. Senza dimenticare “il sostegno dei professionisti” stessi e la “rilevanza delle cure”.

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