cosa cambia con la circolare inviata da Bruno Retailleau ai prefetti

cosa cambia con la circolare inviata da Bruno Retailleau ai prefetti
cosa cambia con la circolare inviata da Bruno Retailleau ai prefetti
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Il ministro degli Interni Bruno Retailleau cambia la filosofia della circolare di Valls che permette ogni anno alle prefetture di regolarizzare più di 30.000 immigrati privi di documenti per lavoro o per motivi familiari, pubblicando un nuovo testo che inasprisce chiaramente i toni sulla questione della regolarizzazione.

“Il percorso di ammissione al soggiorno eccezionale (AES) non è il percorso normale di immigrazione e di accesso al soggiorno. Prendersi di mira gli stranieri in situazione irregolare, deve restare una strada eccezionale», scrive il ministro in una circolare di tre pagine indirizzata ai prefetti e rivelata da Le Figaro.

Bruno Retailleau presenterà questa nuova circolare, una promessa di regolarizzazioni a poco a poco, venerdì durante un viaggio a Yvelines.

Con una linea ferma sull’immigrazione, il ministro repubblicano ha annunciato in più occasioni l’intenzione di rivedere la circolare Valls intesa a dare il “il” alle prefetture in tema di regolarizzazione caso per caso degli stranieri in situazione irregolare .

Poco nota al grande pubblico, dal 2012 questa circolare consente allo straniero in situazione irregolare di richiedere “l’ammissione eccezionale al soggiorno” per motivi familiari, economici o studenteschi. Spetta al prefetto accettarlo o meno. Padroni che lottano per reclutare e vogliono regolarizzare i dipendenti per evitare il turnover, una scuola che si mobilita per una famiglia minacciata di sfratto ma ben integrata nel villaggio, studenti che un’università vuole trattenere: sono tanti i casi che la cosiddetta Valls circolare ha consentito di risolvere.

Stringere la vite

Se la circolare Retailleau non cambia in senso stretto i criteri per ottenere questa “ammissione eccezionale al soggiorno”, chiede chiaramente ai prefetti un giro di vite in termini di regolarizzazione. Così la circolare di Valls promuoveva una politica di immigrazione “lucida ed equilibrata” e ingiungeva ai prefetti di “tenere giustamente conto delle realtà umane” insistendo sui criteri di regolarizzazione.

Bruno Retailleau sottolinea: “Il controllo dei flussi migratori, in particolare attraverso la lotta all’immigrazione irregolare, e il rafforzamento degli stranieri in Francia costituiscono le priorità del governo. » Insiste anche sull’adesione dello straniero privo di documenti ai “principi della Repubblica”, tra cui la laicità, ma anche la padronanza della lingua francese, che sarà “valutata favorevolmente” mediante la prova di un diploma francese o di una certificazione linguistica. Sono esclusi gli stranieri che possano costituire pericolo per l’ordine pubblico.

Nel 2023 la circolare ha consentito di ottenere il permesso di soggiorno a 34.724 persone (+0,3% rispetto al 2022), secondo i dati del Viminale: 11.525 per lavoro, 22.167 per motivi familiari e mille con status di studente.

Un periodo di presenza di almeno sette anni

Per poter beneficiare del sussidio, un lavoratore privo di documenti deve in teoria vivere in Francia da almeno tre anni e avere almeno due anni di lavoro. Ma nella nuova circolare Bruno Retailleau scrive che “una durata di presenza di almeno sette anni costituisce uno degli indici di integrazione rilevanti”.

“Non dobbiamo sopravvalutare la portata giuridica” di questo testo, commenta Gwenaële Calves, professoressa di diritto pubblico all’Università di Cergy-Pontoise. “La regolarizzazione in via eccezionale rientra nella discrezionalità del prefetto; la presente circolare non modifica in alcun modo le altre modalità di regolarizzazione previste dalla legge. Una circolare ovviamente non può modificare una legge”, aggiunge l’accademico. “Questa circolare invita i prefetti a essere più severi, ma ad esempio il minimo di sette anni di permanenza da regolarizzare in via eccezionale può sempre essere abbassato se altri elementi del dossier vanno in questa direzione”, spiega.

Poi, nel governo Barnier, il ministro dell’Interno ha inviato a fine ottobre un’altra forte circolare ai prefetti chiedendo “risultati” per “la ripresa del controllo della nostra immigrazione”.

Previsto dalla legge sull’immigrazione promulgata all’inizio del 2024, l’aggiornamento dell’elenco delle professioni in tensione in cui i lavoratori irregolari possono essere regolarizzati dovrebbe essere pubblicato “alla fine di febbraio”, ha detto domenica la ministra del Lavoro, Astrid Panosyan – Bouvet.

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