Par
Jean-Marc Aubert
Pubblicato il
19 gennaio 2025 alle 20:23
L’indagine sul tentativo di omicidio (c’è, infatti, la premeditazione) sul jogger 44enne, accoltellato sabato 11 gennaio 2025 a Vergèzenel Gard, è stato ben eseguito dal Gendarmeria del Gard : una settimana dopo, il presunto colpevole, 25 anni, è stato identificato, arrestato, messo in custodia di polizia, incriminato e incarcerato.
Abbiamo appreso questa domenica 19 gennaio 2025 che era partito il giorno prima a unità psichiatrica e che gli è stato concesso il permesso. Narrativa.
Trasferito al tribunale giudiziario di Nîmes
Sono circa le 14 di questa domenica, 19 gennaio, quando un convoglio della gendarmeria composto in particolare da automobili civetta della sezione di ricerca di Nîmes e della brigata di ricerca della compagnia Vauvert entra, con le sirene lampeggianti attivate, nei locali del tribunale. giudiziario di Nîmes. Un Gardois, 25 anni, residente in un villaggio vicino a Vergèze, viene trasferito sotto buona scorta al procuratore aggiunto della procura di Nîmes, Frederic Kocherdopo 48 ore di fermo di polizia.
L’indagato è stato arrestato presso la sua abitazione venerdì 17 gennaio intorno alle 18 in relazione all’aggressione ai danni di questa madre che faceva il suo consueto jogging sul percorso vita di Vergèze, non lontano dal complesso sportivo comunale, dove si trovavano tre dei suoi cinque figli. sulla pista di atletica. È stata improvvisamente attaccata alle spalle da un individuo che è fuggito, dopo averla pugnalata sei volte in vari punti del corpo. Gravemente ferita, la sua vita non è più in pericolo.
Alla scena ha assistito un agente di polizia fuori servizio
Nelle vicinanze si trovavano due testimoni diretti della scena, tra cui un gendarme fuori servizio, che hanno potuto dare una descrizione precisa dello sconosciuto e soprattutto del suo abbigliamento. Quest’ultimo dettaglio si è rivelato fondamentale, perché da un lato è stato confermato dall’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza sequestrate dagli inquirenti, e dalla perquisizione effettuata venerdì sera, all’indomani del suo arresto: in effetti Nella sua abitazione sono stati ritrovati gli abiti che il ventenne indossava durante l’aggressione, tra cui una giacca macchiata di sangue.
Ha aggiunto il sostituto procuratore, nel corso di un incontro con la stampa questa domenica pomeriggio, in compagnia del tenente colonnello Christophe Capsiéche comanda la sezione di ricerca di Nîmes e del colonnello Emmanuel Cassocomandante del gruppo della gendarmeria Gard, che sono stati scoperti e verranno analizzati anche altri elementi importanti per le indagini, tra cui un coltello macchiato di sangue. Non è stata fornita alcuna informazione sulle spiegazioni – movente, atto, ecc. – fornite da questo Gardois, né se avesse intenzioni di violenza sessuale o stupro, il che sembra anche un indizio respinto allo stadio attuale delle indagini e delle indagini.
Il sostituto procuratore ha tuttavia chiarito che non esiste alcun legame tra la vittima e l’imputato. Non si conoscevano e non si erano mai incontrati; la quarantenne vive ad Aigues-Vives. Il presunto colpevole ha confessato integralmente nella notte tra sabato e domenica e ha quindi fornito dettagli che hanno indotto il sostituto procuratore della procura di Nîmes ad aprire un’indagine giudiziaria presso la sezione penale del tribunale di Nîmes, non per tentato omicidio volontario, ma per tentativo di omicidioil che significa che viene mantenuta la premeditazione dell’atto
DNA del jogger
Se non avesse mai interagito con il jogger, dobbiamo quindi dedurre dall’imputato che si era recato in questo percorso sanitario di Vergèze armato di coltello per scegliere una vittima a caso. “Ha ammesso di aver avuto intenzione di aggredire qualcuno e sul coltello che abbiamo trovato è stato isolato il DNA della vittima”, conferma il sostituto procuratore Frédéric Kocher.
L’identità di questo vicino residente nel comune di Vergèze risulta del resto dai fascicoli dei reparti psichiatrici del dipartimento interpellati, poiché i gendarmi hanno favorito la gesto di una persona squilibrata. Ed erano molto interessati alle informazioni fornite da un centro psichiatrico di Nîmes secondo cui il presunto aggressore avrebbe beneficiato di un permesso da venerdì a domenica sera, dopo essere stato ricoverato lì per quattro giorni per ragioni sconosciute. Il quale aveva indicato come indirizzo una casa situata in un villaggio vicino a Vergèze.
Questa domenica sera il presunto colpevole è stato posto sotto ordine di rinvio a giudizio penalementre la popolazione di Vergèze respira, così come chi frequenta gli impianti sportivi, il percorso vita rurale lungo l’autostrada A9 o passeggiando con i propri bambini. Un grande sospiro di sollievo come si suol dire.
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