Marie Cau, la prima sindaca transgender francese, si dimette

Marie Cau, la prima sindaca transgender francese, si dimette
Marie Cau, la prima sindaca transgender francese, si dimette
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Marie Cau, diventata la prima sindaca transgender in Francia nel 2020, ha rassegnato le dimissioni dal suo mandato di consigliere comunale di Tilloy-lez-Marchiennes (Nord), una decisione volta a provocare una rivolta “reazione politica” per sostenere ulteriormente i sindaci rurali, ha dichiarato all’Agence -Presse mercoledì 15 gennaio.

Le sue dimissioni sono ufficiali da martedì, il funzionario eletto ha, con “un grande sollievo”ha firmato l’atto in cui notificava la sua decisione al prefetto. Questo ingegnere, 59 anni, è stato eletto nel 2020 a capo di una lista “apolitico”.

“La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presentazione di una terza denuncia alla quale non è stato dato alcun seguito”ha spiegato. Invece di aiutarla, le denunce che ha presentato sono per diffamazione e minacce verbali “Aggravano il problema, eccitano le persone e, poiché non vengono curate, danno loro un senso di impunità”ha stimato.

“I sindaci dei villaggi rurali vengono sacrificati. Il carico di lavoro è enorme, i compensi ridicoli e vieni insultato e diffamato”ha lamentato, temendo un’epidemia di rinunce di consiglieri alle prossime elezioni comunali del prossimo anno. Ai suoi occhi, “tutti i sindaci rurali se ne lamentano” : la vita di un sindaco è fatta “a scapito della sua salute, della sua vita professionale e personale”.

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“Clima particolarmente tossico” all’interno del consiglio comunale

Secondo uno studio dell’Associazione dei sindaci di Francia pubblicato a novembre, l’83% dei sindaci ritiene che il proprio mandato sia «usante» per la salute, e l’86% soffre o ha sofferto di disturbi del sonno. Il Centro di ricerca politica di Sciences Po ha registrato 450 dimissioni all’anno nel periodo 2020-2023, rispetto alle 350 del mandato precedente.

In una lettera distribuita agli abitanti di Tilloy-lez-Marchiennes, Marie Cau menziona anche altri motivi della sua partenza, tra cui la nomina a incarichi ministeriali di “personalità apertamente transfobiche” e la riforma delle pensioni, che la costringe a prendere in considerazione un altro lavoro per garantirsela “sicurezza finanziaria”. Ha anche menzionato a “clima particolarmente tossico” nel consiglio comunale del suo comune.

Ha anche accusato di essere infondata la legge sull’”artificializzazione netta zero”. “inadatto alle comunità rurali”e di rivoltarsi contro i sindaci, “visto come responsabile delle decisioni del governo”.

A novembre, infuriati per i tagli di bilancio pianificati dall’allora primo ministro Michel Barnier, i sindaci francesi lo invocarono “decolonizzare” enti locali, sempre più sotto il controllo dello Stato.

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Il mondo con l’AFP

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