“Vuoi più strade-giardino a Parigi? » In sostanza, la nuova domanda alla quale i parigini dovranno rispondere il 23 marzo 2025, dovrebbe più o meno essere formulata così. Anne Hidalgo, sindaco (PS) della capitale, ha annunciato mercoledì, durante i suoi desideri, lo svolgimento di una nuova votazione cittadina. Che avrà quindi come tema le strade-giardino, un sistema di greening che il Comune ha voluto (nel 2023) portare a una ventina entro la fine del mandato.
Il principio del voto è semplice: sottoporre al voto dei parigini iscritti nelle liste elettorali un provvedimento importante per la loro vita quotidiana, per sapere se sono favorevoli. Il tema di questa nuova questione “è certamente un po’ meno divisivo rispetto al luogo dei Suv o degli scooter, ma è più strutturante per la città”, si sostiene in seno al municipio di Parigi.
“10 metri quadrati di verde per abitante”
Questo annuncio ecologico arriva poche settimane dopo il voto, nel Consiglio di Parigi, del Piano Urbanistico Locale Bioclimatico (PLU) della Città. Una misura faro del secondo mandato di Anne Hidalgo che mira in particolare a “offrire 10 metri quadrati di spazi verdi per abitante”, ovvero circa 300 ettari liberi di creare.
Secondo i dati dell’Apur (laboratorio urbanistico parigino), il 31% del territorio della capitale è oggi “vegetato”, di cui 1.840 ettari nei boschi di Boulogne (XVI secolo) e Vincennes (XII secolo). I 730 parchi e giardini pubblici costituiscono da soli 520 ettari di questo verde di Parigi. La Città cita anche i “650 chilometri di strade piantate con più di 106.000 alberi” e i “145 ettari” di tetti e muri verdi a Parigi. Secondo il comune, entro il 2026 dovranno essere piantati più di “170.000 alberi”.
In questa ambizione di rendere più verde la capitale, il comune sta anche evidenziando quella che descrive come una “foresta urbana”. Dopo Place de la Catalogne e i suoi 4.000 m² di rimboschimento, è in Place de l’Hôtel de Ville che emergerà nei prossimi mesi una nuova “foresta urbana”, una vera vetrina della città.
Piante dopo scooter o SUV
Questa nuova domanda è la terza sottoposta al voto dei residenti in poco meno di due anni. Il primo è stato organizzato nell’aprile 2023. Ha portato al divieto dei monopattini elettrici self-service nella capitale, visto che l’89,03% dei voti è andato in questa direzione. Un provvedimento entrato in vigore dal successivo 1 settembre.
4 febbraio 2024, nuova convocazione alle urne. Questa volta per scoprire se dovremmo far pagare di più o meno per il parcheggio del SUV. Obiettivo: limitare la presenza di questi veicoli ritenuti dal Comune troppo ingombranti, troppo pericolosi, troppo inquinanti. Anche in questo caso i parigini hanno votato a favore, ma questa volta con una maggioranza risicata (54,55% dei voti). Una revisione dei prezzi è stata attuata lo scorso ottobre.
La partecipazione è ancora piuttosto bassa
La scarsa mobilitazione durante questa seconda votazione – così come la formulazione contorta della domanda – ha dato luogo a un dibattito, poiché si sono espressi solo 78.121 parigini su circa 1,4 milioni di elettori. Anche se la percentuale di partecipazione al voto sugli scooter è stata piuttosto bassa, hanno comunque espresso la loro opinione 103.084 elettori.
Dal 2024, i municipi distrettuali hanno anche la possibilità di organizzare, durante queste votazioni, una votazione parallela su una questione più locale. Diversi funzionari eletti hanno colto l’occasione per intervistare i loro elettori. Pedonalizzazione e rivegetazione nell’VIII secolo, fondo alimentare di solidarietà nel XX… Il prossimo marzo dovrebbero essere in molti a farlo di nuovo. Già al Centro di Parigi, ad esempio, Ariel Weil (PS) pensa di interrogare gli elettori sull’opportunità di vietare gli autobus turistici nel cuore della capitale.