Continuazione della nostra serie sulla ricerca in cardiologia interventistica presentata al congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) e riportata sulla piattaforma “Practical Cardiology”. La riparazione della tricuspide sembra molto presente negli attuali lavori di ricerca, così come il trattamento del rigurgito mitralico, che è più sicuro se prevede l’installazione di un dispositivo dedicato. Ci sono anche domande sulla rivascolarizzazione coronarica da accompagnare alla TAVI.
La piattaforma “Practical Cardiology” presenta una rassegna dei diversi studi presentati al congresso ESC tenutosi lo scorso autunno a Londra. Torniamo qui a lavoro riguardante la cardiologia interventistica strutturale.
Riparazione della tricuspide molto presente negli attuali lavori di ricerca
Viene presentato per la prima volta uno studio sul rigurgito tricuspidale grave sintomatico secondario (TR) in pazienti ad alto rischio. La riparazione transcatetere edge-to-edge (TEER) e il suo impatto su esiti clinici difficili come mortalità e ricoveri ospedalieri rimangono poco esplorati. Pertanto, questo studio TRI.Fr indaga se l’aggiunta di TEER alla terapia medica ottimale (GDMT) potrebbe migliorare i risultati clinici in modo più efficace rispetto al solo GDMT in questa popolazione complessa.
I ricercatori dimostrano qui che migliora significativamente i risultati clinici rispetto al solo GDMT, con un totale di 74,1% dei pazienti nel gruppo TEER che hanno mostrato un miglioramento nel punteggio clinico composito, rispetto al 40,6% nel gruppo GDMT.
TRI.Fr viene quindi confrontato con TRILUMINATE, che comprende una gamma più ampia di gravità TR, compresi casi massicci e torrenziali. I risultati degli studi TRI.Fr e TRILUMINATE supportano il crescente utilizzo del TEER come trattamento chiave per la TR grave, soprattutto nei pazienti inoperabili. I ricercatori concludono che si prevede che l’adozione di TEER accelererà con i progressi nello screening dei pazienti e nelle tecnologie procedurali.
Il trattamento del rigurgito mitralico è più sicuro se prevede l’installazione di un dispositivo dedicato
L’articolo “Cardiologia pratica” esplora poi il campo dello scompenso cardiaco (HF) e del rigurgito mitralico funzionale da moderato a grave (FMR). Lo studio RESHAPE-HF2 mira a chiarire l’impatto della riparazione percutanea con MitraClipTM, oltre al trattamento medico ottimale, nel ridurre il tasso di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e mortalità cardiovascolare. Questo lavoro mostra che a 24 mesi, il gruppo MitraClipTM ha presentato risultati superiori rispetto al gruppo “controllo”, inclusi 37 eventi per 100 pazienti-anno rispetto a 58,9 e un tasso di ospedalizzazione per il solo scompenso cardiaco di 26,9 eventi per 100 pazienti-anno rispetto a 46,6. nel gruppo “di controllo”.
Vale la pena menzionare anche lo studio MATTERHORN, che mirava a confrontare l’efficacia e la sicurezza del TEER e della chirurgia in pazienti con rigurgito mitralico secondario.
Domande sulla rivascolarizzazione coronarica da accompagnare alla TAVI
Poi vengono i lavori che rientrano nell’ambito della TAVI. Un primo studio valuta l’impatto della rivascolarizzazione coronarica (intervento coronarico percutaneo – PCI) in pazienti con malattia coronarica stabile e stenosi aortica grave, candidati alla TAVI. Circa la metà dei pazienti sottoposti a TAVR presenta anche una malattia coronarica (CAD), di cui solo il 20% verrà rivascolarizzato. Lo studio NOTION-3 sta esplorando il beneficio del PCI rispetto al trattamento conservativo in questi pazienti candidati alla TAVI.
Questo lavoro dimostra che il PCI associato a TAVR è legato a una riduzione del rischio di eventi cardiaci avversi maggiori (MACE), rispetto al trattamento conservativo, ma che è accompagnato da un aumento del rischio di sanguinamento. È quindi importante tenere in considerazione le caratteristiche individuali del paziente, come età, stato di salute generale, comorbidità e rischio emorragico, prima di decidere se eseguire la PCI prima o durante la TAVI.
Sempre nel campo della TAVI citiamo lo studio POPular PAUSE TAVI, che mette in dubbio l’interruzione o la continuazione della terapia anticoagulante durante la TAVI, nonché lo studio RHEIA, che valuta la superiorità della TAVI rispetto alla sostituzione chirurgica dell’aorta nelle donne.
Bruno Benque