Da anni l’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (ANSM) è preoccupata per il crescente consumo di oppioidi, fenomeno che preoccupa milioni di francesi.
Si tratta di antidolorifici con un’azione diversa e, potenzialmente, più forte rispetto ai grandi classici come il paracetamolo o l’aspirina. Ma presentano rischi di dipendenza e overdose, talvolta fatali.
L’ANSM esprime regolarmente la sua preoccupazione e, nel corso degli anni, ha adottato misure sempre più restrittive per ridurne il consumo, facendo da contromodello alla catastrofica crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, che ha causato centinaia di migliaia di morti a partire dagli anni ’90.
Le ultime misure finora riguardano due oppioidi emblematici: la codeina e il tramadolo, il cui consumo è accelerato a partire dalla fine degli anni 2000. Secondo uno degli ultimi studi di riferimento dell’ANSM, il consumo di tramadolo è aumentato del 68% tra il 2006 e il 2017.
Le nuove misure, compresa l’attuazione delle ordinanze antimanomissione, sarebbero dovute entrare in vigore all’inizio di dicembre. Ma all’ultimo momento l’ANSM li ha rinviati con discrezione: sono ora previsti per l’inizio di marzo.
Perché procrastinare? L’agenzia spiega la sua scelta con la necessità di “facilitare la transizione a queste nuove misure per gli operatori sanitari e garantire ai pazienti l’accesso ai loro trattamenti“.
Perché molti professionisti consideravano queste misure affrettate. Per alcuni, come i farmacisti, si tratta di preoccupazioni pratiche: il tempo necessario, ad esempio, per acquisire gli strumenti necessari per leggere la versione digitale delle prescrizioni a prova di manomissione.
Ma per altri la critica è più sostanziale. È il caso della Società francese per lo studio e il trattamento del dolore (SEFTD) che, a fine novembre, ha dichiarato di temere che queste misure porterebbero all'”oppiofobia”, dannosa per i pazienti.
“Equilibrio delicato”
Questa azienda – che riunisce medici, farmacisti e infermieri – ha allertato”sui rischi associati a potenziali interruzioni delle prescrizioni di analgesici, i cui effetti possono essere disastrosi per la gestione del dolore“.
Ammettendo i rischi legati agli oppioidi, ha invitato a trovare “un delicato equilibrio”, ritenendo eccessivi i paralleli con la situazione americana.
Nel 2022, la Francia ha registrato 14 decessi legati al tramadolo e sei alla codeina, situazioni drammatiche ma non commisurate a quelle degli Stati Uniti, dove il consumo di oppioidi sperimenta da tempo una lampante assenza di regole.
Il rinvio temporaneo delle misure soddisfa lo SFETD, che ha richiesto un “moratoria“? Interrogata dall’AFP, l’azienda non ha risposto, ma gli specialisti del dolore criticano individualmente il principio di queste restrizioni, ritardate o meno.
“L’attuazione di un ordine di sicurezza mi sembra sproporzionata rispetto alla situazione attuale in Francia“, giudica il reumatologo Florian Bailly dell’AFP. “Esistono certamente alcuni casi di abuso di tramadolo o codeina, ma i dati (…) suggeriscono che il loro numero è limitato“.
Il dibattito, però, resta aperto perché altri esperti apprezzano la fermezza delle autorità sanitarie. Si trovano meno tra gli specialisti del dolore che nel mondo della tossicodipendenza o della farmacovigilanza, disciplina che monitora i rischi associati ai farmaci.
“Posso comprendere la riluttanza che può esserci riguardo all’attuazione di prescrizioni sicure, ma le esperienze passate finora hanno dato risultati molto positivi.“, stima il farmacologo Antoine Pariente all’AFP.
Sono state utilizzate prescrizioni sicure, ad esempio, per il pregabalin, un farmaco antidolorifico e antiepilettico, senza causare”disastro nella cura dei pazienti“, sottolinea, riconoscendo tuttavia che il tramadolo e la codeina sono molto più utilizzati.
L’esperto non si convince comunque minimizzando la situazione francese rispetto agli Stati Uniti.
“L’argomento è strano“, ritiene il signor Pariente. “Non dovremmo aspettare che un problema diventi più grande prima di agire”..