Da anni il Ministero della Salute e le strutture impegnate nella lotta al cancro nelle sue diverse forme in Algeria conducono instancabili campagne di sensibilizzazione per radicare la cultura dello screening tra i cittadini.
Una strategia adottata dallo Stato come unica via per ridurre il tasso di mortalità causato in particolare dal cancro al seno nelle donne e dal cancro del colon-retto, del polmone e della prostata negli uomini. Così, da quando sono state avviate campagne di prevenzione contro il cancro al seno attraverso la manifestazione Ottobre Rosa, le donne hanno iniziato, negli ultimi anni, a prendere coscienza dell’importanza di una diagnosi precoce per evitare spiacevoli sorprese.
Azioni che hanno prodotto risultati incoraggianti, nonostante le riluttanze, favorite da mentalità derivanti dalla mancata conoscenza della malattia e delle sue conseguenze sanitarie e sociali. Ed è generalmente durante queste campagne di prevenzione che molte donne scoprono di avere i segni del cancro al seno attraverso un semplice screening. Da qui l’appello lanciato dagli specialisti ad incrementare queste operazioni, che restano uno degli assi principali del piano nazionale antitumorale, non accontentandosi del mese di Ottobre Rosa.
Le cifre sono sempre lì a ricordarci la triste realtà. Oggi in Algeria il cancro al seno colpisce più di 14.000 donne ogni anno, con una media di 4.000 decessi nello stesso periodo. Tuttavia gli oncologi insistono sempre sulla diagnosi precoce della malattia grazie allo screening che permette al paziente di avere il 95% di possibilità di guarigione, con una riduzione dei costi delle cure mediche. La sensibilizzazione delle donne si concentra principalmente sulla necessità di apprendere l’autoesame, come primo passo nella prevenzione, e di sottoporsi a controlli periodici.
In questo senso e per l’obiettivo di complementarità con l’impegno dello Stato attraverso le strutture ospedaliere e le aziende sanitarie locali, resta fondamentale il ruolo delle associazioni per sensibilizzare il maggior numero di persone. Uno degli esempi più notevoli è quello dell’associazione El Amel, presieduta da Hamida Kettab, che da 16 anni opera sul campo organizzando esami mammografici in una clinica mobile che viaggia attraverso diverse regioni dell’Algeria.
Da notare che proprio durante una di queste operazioni organizzate quest’anno dalla stessa associazione in occasione del mese “Novembre Blu”, ancora poco conosciuto dal grande pubblico, e dedicato alla prevenzione del cancro alla prostata, si sono verificati diversi casi diagnosticato. Hamida Kettab ha rivelato, nel corso di una recente operazione di sensibilizzazione a Bordj Bou Arréridj, che tre quarti delle persone affette da questo tumore arrivano alle strutture sanitarie in stato avanzato di malattia. La cosa più grave è che questo tumore comincia a raggiungere tassi preoccupanti tra gli uomini, diventando il terzo tumore più diffuso in Algeria, dopo quello del colon-retto e del polmone.
Tuttavia, lo screening per questa patologia negli uomini di età pari o superiore a 50 anni è semplice. Tutto ciò che serve è una consultazione con un urologo ed esami del sangue.
Purtroppo, la scarsa conoscenza di questa patologia e i tabù che la circondano costituiscono tuttora ostacoli che necessitano ancora di copertura mediatica e di sforzi di divulgazione per superarli e radicare la cultura della prevenzione nella popolazione.