Gli anziani che hanno riferito di consumare maggiori quantità di alimenti ultra-processati, come definiti dal sistema di classificazione americano NOVA, hanno quindi avuto un rischio aumentato del 10% di mortalità prematura nel corso dei 23 anni di follow-up dello studio.
Lo studio segue più di mezzo milione di partecipanti per quasi 30 anni in media. Il team sfrutta diverse strategie per classificare il livello di lavorazione dei prodotti alimentari. Oppure la scomposizione degli alimenti in specifiche tipologie alimentari, sostanze nutritive e ingredienti, oltre alla classificazione da parte di un gruppo di esperti di tali componenti alimentari secondo un sistema di classificazione riconosciuto (NOVA). Sono stati presi in considerazione fattori confondenti, come il fumo e l’obesità. L’analisi rivela che:
- i partecipanti che consumavano più alimenti ultra-processati avevano un indice di massa corporea (BMI) più elevato e un indice di alimentazione sana ovviamente più basso;
- un maggiore consumo di alimenti ultra-processati è associato ad un aumento dei decessi per tutte le cause e dei decessi legati specificamente a malattie cardiache o diabete;
- tuttavia, non è stata trovata alcuna associazione per i decessi correlati al cancro;
- i prodotti a base di carne altamente trasformati e le bevande analcoliche sono i sottogruppi di alimenti ultra-processati maggiormente associati al rischio di mortalità;
- questi stessi alimenti sono già sconsigliati nella stragrande maggioranza delle linee guida nutrizionali.
L’autore principale, Erikka Loftfield, ricercatrice presso il National Cancer Institute, osserva: “La ricerca è in linea con una letteratura di studi osservazionali e sperimentali, che indicano che il consumo di alimenti ultra-processati ha un impatto negativo sulla salute e sulla longevità, tuttavia dobbiamo identificare meglio gli aspetti degli alimenti ultra-processati trasformati alimenti che causano questi rischi per la salute.
Gli autori chiedono ulteriori ricerche sulle relazioni tra trasformazione alimentare e salute umana rafforzare l’informazione per i pazienti e il pubblico in generale.
