L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha dato il via libera alla commercializzazione di Leqembi, un trattamento innovativo contro la malattia di Alzheimer. A seguito di una revisione approfondita, questa decisione apre nuove prospettive per i pazienti in fase iniziale.
Cos’è Leqembi?
La modalità d’azione di Leqembi si basa su un meccanismo preciso: mira specificamente alle placche amiloidi questi depositi proteici caratteristici della malattia che si accumulano tra i neuroni.
Legandosi a queste placche, ne favorisce l’eliminazione da parte del sistema immunitario del cervello, contribuendo a ridurre la tossicità esercitata sui neuroni. Ciò aiuta a rallentare la progressione della degenerazione e a preservare le funzioni cognitive dei pazienti in una fase iniziale.
Va notato che Leqembi non solo riduce la quantità di placche amiloidi, ma interagisce anche con altri processi patologici legati alla La malattia di Alzheimer. Le placche amiloidi, infatti, sono solo uno degli elementi coinvolti nella complessità di questa patologia neurodegenerativa.
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Per il momento non sono stati forniti dettagli riguardo i termini di rimborso di questo farmaco. È quindi ancora troppo presto per dire se ilAssicurazione sanitaria ne prenderà in carico integralmente o qualora sarà necessario coinvolgere il suo contratto di mutua assicurazione sanitaria.
Criteri di ammissibilità per il trattamento con Leqembi
L’autorizzazione all’immissione in commercio per Leqembi rilasciata dall’Agenzia europea per i medicinali costituisce un passo importante. Tuttavia, ciò non significa che questo trattamento sia accessibile a tutti. Pazienti di Alzheimer. L’EMA ha definito criteri di inclusione molto precisi per garantire l’uso ottimale di questo medicinale e minimizzare i possibili rischi.
Pertanto Leqembi è destinato principalmente ai pazienti nella fase iniziale della malattia, vale a dire quelli con lieve deterioramento cognitivo o lieve demenza.. Questa limitazione è spiegata dal fatto che il trattamento è più efficace quando il danno cerebrale è ancora limitato.
Inoltre, i pazienti devono essere portatori di specifici marcatori biologici della condizione, come la presenza di placche amiloidi nel liquido cerebrospinale, per confermare la diagnosi.
Inoltre, un fattore di rischio genetico, il gene ApoE4, gioca un ruolo determinante nell’ammissibilità al trattamento.
Infatti, i pazienti con due copie di questo gene corrono un rischio maggiore di gravi effetti collaterali, comprese emorragie cerebrali. Pertanto, Leqembi generalmente non è raccomandato per queste persone.
- L’Agenzia europea per i medicinali ha approvato Leqembi.
- Questo trattamento innovativo prende di mira le placche amiloidi nel cervello dei pazienti con Alzheimer in stadio iniziale.
- Questo farmaco rallenta la progressione della malattia, offrendo così nuove prospettive terapeutiche.
- Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente regolamentato e riservato a pazienti che soddisfano specifici criteri di ammissibilità, in particolare in termini di stadio della malattia e profilo genetico.