L’ESSENZIALE
- Un nuovo studio rivela come lo stress può ampliare i ricordi avversivi, rendendo spaventose le situazioni sicure, come nel disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
- I ricercatori hanno scoperto che lo stress aumenta il rilascio di endocannabinoidi, distruggendo gli interneuroni che limitano la dimensione degli engrammi, le strutture di memoria del cervello. Ciò genera ricordi generalizzati e inappropriati.
- Bloccando questi recettori, hanno ridotto questo fenomeno nei modelli preclinici. Questo progresso promette nuove terapie per il disturbo da stress post-traumatico, mirate alla memoria con maggiore precisione.
Perché certi ricordi stressanti assumono una portata sproporzionata, al punto da riaffiorare in situazioni altrimenti innocue e innescare reazioni del tutto sproporzionate? Un nuovo studio, condotto da neuroscienziati dell’Hospital for Sick Children (SickKids) in Canada, ora fa luce sui meccanismi biologici dietro questo fenomeno, noto come generalizzazione delle memorie avversive indotte dallo stress. I loro risultati, pubblicati sulla rivista Cellastanno aprendo la strada a nuovi trattamenti promettenti per le persone che soffrono di disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
L’influenza dello stress acuto sui ricordi
I ricordi vengono fisicamente immagazzinati nel cervello sotto forma di engrammi, specifici insiemi di neuroni attivati durante un evento: sono, in altre parole, le tracce biologiche della memoria. In situazioni normali, questi engram sono limitati a un piccolo gruppo di neuroni. Ma i ricercatori hanno scoperto che lo stress modifica questo processo, aumentando considerevolmente la dimensione degli engrammi. Questi “engram espansi” portano a ricordi generalizzati che si manifestano in contesti innocui, come il suono dei fuochi d’artificio che farà eco a un trauma.
Il team di SickKids ha individuato un attore chiave in questa amplificazione dei ricordi: gli endocannabinoidi, sostanze naturali presenti nel cervello che regolano molte funzioni, compresa la memoria. In caso di stress acuto, il rilascio eccessivo di endocannabinoidi interrompe il funzionamento degli interneuroni, le cellule responsabili della limitazione delle dimensioni degli engrammi. “I recettori degli endocannabinoidi agiscono come una barriera selettiva. Quando questa barriera cade, il cervello forma ricordi avversivi più ampi e scarsamente mirati”.si legge in un comunicato stampa.
Tuttavia, bloccando questi recettori sugli interneuroni in un modello preclinico, i ricercatori sono riusciti a limitare la generalizzazione dei ricordi stressanti. Questo progresso potrebbe ridurre un sintomo chiave del disturbo da stress post-traumatico che è particolarmente debilitante: risposte di paura inappropriate a situazioni sicure.
Verso terapie personalizzate contro lo stress post-traumatico
Le implicazioni di questa scoperta sono vaste. Entro il 2023, ricerche precedenti avevano dimostrato che i ricordi nei cervelli in via di sviluppo mostrano naturalmente engrammi più grandi, un fenomeno paragonabile a quelli indotti dallo stress. Questa osservazione potrebbe fornire una migliore comprensione di come si formano i ricordi nelle diverse fasi della vita e di come lo stress quotidiano può alterare i ricordi positivi.
Gli scienziati lo sottolineano “i molteplici processi biologici legati alla memoria umana sono ancora in gran parte sconosciuti”. Rivelando i meccanismi di generalizzazione delle memorie avversive, questa ricerca apre quindi la strada a trattamenti più mirati contro il disturbo da stress post-traumatico e altri disturbi psichiatrici legati allo stress e alla memoria. Se questi risultati si traducessero in terapie cliniche, potrebbero trasformare il modo in cui milioni di persone affrontano i ricordi traumatici.