l’Accademia di Medicina raccomanda diverse misure contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure

l’Accademia di Medicina raccomanda diverse misure contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure
l’Accademia di Medicina raccomanda diverse misure contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure
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In un rapporto pubblicato lunedì 18 novembre, l’organizzazione si rammarica che le campagne di Ottobre Rosa non abbiano portato ad “alcun aumento del numero di mammografie di screening” per il cancro al seno.

L’accesso alle cure contro il cancro “resta disuguale in tutto il Paese” per gli adulti, sottolinea l’Accademia nazionale di medicina in un rapporto di 26 pagine reso pubblico lunedì 18 novembre, in cui avanza una serie di proposte per cercare di porre rimedio.

I tumori restano la prima causa di mortalità prematura in Francia tra gli uomini, la seconda tra le donne, e la loro frequenza è raddoppiata in circa trent’anni, con oltre 433.000 nuovi casi nella Francia continentale nel 2023.

L’Accademia giudica che “lo stato attuale delle cure diagnostiche e terapeutiche non appare omogeneo sul territorio, così come l’accesso alle pratiche innovative”.

E questo, “malgrado i notevoli progressi nel campo delle cure (chirurgia robotica, radioterapia ad alta precisione, trattamenti medici mirati e immunoterapia, cure di supporto, ecc.) e della diagnosi (patologia molecolare e genetica)”.

Una campagna “Ottobre Rosa” senza grandi risultati

“Queste disuguaglianze di accesso sono forse aumentate negli ultimi anni post-Covid, a causa delle difficoltà economiche e di risorse umane incontrate nella medicina di comunità e negli ospedali”, aggiungono gli autori del rapporto.

Nonostante un’organizzazione dell’oncologia molto strutturata, permangono difficoltà e disuguaglianze territoriali “lungo tutto il percorso di cura”, avverte l’Accademia di Medicina.

Le politiche di prevenzione vengono quindi giudicate “troppo generali, non sufficientemente finanziate, scarsamente valutate e poco preoccupanti per le popolazioni a rischio per ragioni economiche o socio-culturali”.

Il famoso “Ottobre rosa”, per lo screening del cancro al seno, viene criticato per aver portato “a nessun aumento del numero di mammografie di screening”.

“Senza dubbio sarebbe stato preferibile effettuare una valutazione precisa di questa mobilitazione e identificare meglio le donne non sottoposte a screening per sensibilizzarle”, si legge nel rapporto.

Una serie di raccomandazioni

L’Accademia di Medicina raccomanda quindi “un targeting preciso e una valutazione delle politiche di prevenzione” per il cancro, ma anche “una politica di prevenzione attiva” per i pazienti guariti ma ad alto rischio di complicanze e di morte prematura in seguito.

Se la caratteristica genomica dei tumori è “indispensabile”, il rapporto invoca anche la “massima interazione” tra due categorie di analisti, gli anatomopatologi e i biologi molecolari. Si intende inoltre sostituire i test molecolari su un singolo gene con test su gruppi di geni per evitare una “perdita di chance” per i pazienti.

L’Accademia difende anche “un’omogeneizzazione dei prezzi tra attori pubblici e privati, senza indebolire i trattamenti contro il cancro locoregionale”, che agiscono direttamente sul tumore o sulla regione del tumore.

Infine, sollecita una politica che incoraggi le carriere in oncologia perché, altrimenti, la carenza di operatori sanitari potrebbe aumentare le disuguaglianze di accesso, o addirittura la mortalità.

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