il numero crescente di mammiferi infettati dal virus preoccupa l’OMS

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Un adolescente è in cura in un ospedale pediatrico canadese per l'influenza aviaria causata dal virus del ceppo H5. Dall’inizio del 2024, i ceppi comparsi negli Stati Uniti hanno sviluppato una capacità senza precedenti di contaminare nuove specie.

Pubblicato il 11/11/2024 07:03

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Un campione prelevato da un pollo in una fattoria a Cotopaxi, Ecuador, il 26 novembre 2022. (foto illustrativa) (SCHEDA / MINISTERO DELL'AGRICOLTURA DELL'ECUADOR)

Un adolescente è stato contagiato dall'influenza aviaria in Canada, riferiscesabato 9 novembre, le autorità. Anche se non si tratta della prima volta, il virus colpisce sempre più spesso i mammiferi, cosa che preoccupa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Questa nuova contaminazione ci ricorda le preoccupanti mutazioni dell’influenza aviaria attraverso l’Atlantico. Dall’inizio del 2024, i ceppi comparsi negli Stati Uniti hanno sviluppato una capacità senza precedenti di contaminare nuove specie. Le più spettacolari sono le decine di allevamenti bovini colpiti dal virus in diversi stati americani.

Poi ci furono trasmissioni agli esseri umani, i quali entrarono tutti in contatto con gli animali, tutti tranne uno. Nel Missouri rimane un caso enigmatico. A settembre è stato ricoverato in ospedale un uomo senza alcun legame con il mondo agricolo. È stato contaminato da un altro essere umano? Nessuna risposta in questa fase. La trasmissione da uomo a uomo non è mai stata osservata, il che rimane rassicurante.

Questi ceppi americani attualmente non minacciano l’Europa o la Francia. Contattato, Jean-Luc Guérin, della scuola veterinaria di Tolosa ed esperto di influenza aviaria, si è rivelato rassicurante. In Europa il virus rimane nella sua forma classica. Contamina quasi esclusivamente gli uccelli selvatici e il pollame degli allevamenti. Anche la Francia ha elevato questo fine settimana il rischio al massimo a causa dell'aumento della contaminazione, con il confinamento obbligatorio degli animali, come è già avvenuto in numerose occasioni.

Dobbiamo però restare prudenti per evitare di ritrovarci in una situazione simile a quella degli Stati Uniti. È necessario, in primo luogo, controllare gli animali che arrivano dall'altra parte dell'Atlantico per evitare l'importazione di ceppi americani. Inoltre, dal 2023, la vaccinazione degli allevamenti di anatre ha permesso di limitare la diffusione dell’influenza aviaria e quindi delle mutazioni. Un fenomeno meccanico: meno un virus circola, meno è probabile che sviluppi nuove capacità.

Tuttavia, gran parte della lotta contro queste varianti ci sfugge. Si gioca negli Stati Uniti. Spetta a loro isolare gli allevamenti bovini colpiti da questi nuovi ceppi, attraverso quarantene, macellazione del bestiame e individuazione di possibili altre mutazioni, per non farsi cogliere nuovamente alla sprovvista.



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