L’alopecia areata è una malattia autoimmune in cui l’organismo attacca i propri follicoli piliferi: il capello (o i capelli), bloccati in fase di riposo, impedisce di crescere. La caduta dei capelli (alopecia in termini medici) colpisce più spesso il cuoio capelluto, ma anche le sopracciglia, le ciglia, la barba, ecc., a chiazze.
Il che ovviamente ha un forte impatto sulla qualità della vita, soprattutto perché nella quasi totalità dei casi la malattia, che colpisce sia le donne che gli uomini, inizia prima dei 40 anni. Una volta su due nell’infanzia… Il suo sviluppo è imprevedibile, scandito da esplosioni e relative ricrescite spontanee.
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Prove scarsamente consolidate con gli immunosoppressori
I capelli costituiscono un’alterazione della barriera cutanea, l’alopecia una rottura del “privilegio immunitario” che richiede che questa irruzione sia senza conseguenze… Nel caso dell’alopecia areata, su un terreno predisponente (diversi geni coinvolti), uno stress ( un’infezione virale, puberale o psicologica) mette i capelli in modalità di pausa e il follicolo (l’unità base del capello) rimane vuoto
descrive il professor Thierry Passeron, primario del dipartimento di dermatologia dell’Ospedale Universitario di Nizza (Alpi Marittime).
Per rimuovere il blocco, da tempo utilizziamo gli immunosoppressori (che riducono l’attività del sistema immunitario), la cui efficacia è poco dimostrata… Due molecole molto specifiche (autorizzate anche per altre malattie autoimmuni) arrivano sul mercato. Tra questi nuovi farmaci, alcuni mostrano una ricrescita completa, la maggior parte mostra una ricrescita molto buona e il miglioramento continua durante le settimane di trattamento (per via orale).