I fatti hanno avuto luogo nella regione di Sudbury all’inizio di settembre, spiega TV BFM. Il bambino si svegliò condividendo la sua stanza con un inaspettato visitatore notturno:
un pipistrello. Nonostante l’assenza di un morso apparente, il virus della rabbia è riuscito a entrare nel suo corpo.
I genitori, non sospettando nulla, non hanno consultato immediatamente un medico. Fu solo dopo la morte del loro figlio che ciò accaddehanno scoperto l’esistenza di questo pipistrelloportatore del virus della rabbia.
Rabbia: un virus mortale a trasmissione insidiosa
La rabbia, trasmessa dalla saliva di animali infetti, lo è
una malattia neurologica che attacca il sistema nervoso centrale. I sintomi, che possono comparire diverse settimane dopo il morso, comprendono disturbi della coscienza, iperattività, paura dell’acqua e difficoltà a deglutire. Sfortunatamente, una volta che compaiono i sintomi, la malattia è quasi sempre fatale.
La malattia, spesso paragonata ad esempio ai cani o ai gatti, era considerata tale praticamente sradicato in Canada. Tuttavia, negli ultimi anni, i casi di pipistrelli portatori del virus sono aumentati in modo significativo. In Ontario, il tasso di contaminazione è aumentato
da meno del 10% al 16%.
E la Francia?
Dal 2001 il nostro Paese è ufficialmente indenne dalla rabbia tra i mammiferi terrestri non volanti, grazie in particolare alle campagne di vaccinazione di massa delle volpi. Gli ultimi casi di rabbia della coda di volpe risalgono al 1998 (Anses). Resta tuttavia necessaria la vigilanza, poiché la malattia può essere reintrodotta da animali infetti importati illegalmente.
Sebbene i casi umani siano rari, è essenziale ricordarlo la rabbia è mortale se non rilevata e trattata tempestivamente. In caso di morso di un animale, anche domestico, è importante consultare immediatamente un medico. Secondo l’Istituto Pasteur, dal 1970 in Francia sono stati registrati 23 decessi umani dovuti alla rabbia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 59.000 persone muoiono ogni anno di rabbia, soprattutto in Africa e Asia (dati 2023). In questi paesi, i cani sono i principali vettori della malattia.